Cronaca
25.04.18 - 15:410
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:51
Gioventù, e se si fosse troppo iperprotettivi? "Quando ci gettavamo dal Ponte del Diavolo e rubavamo ciliegie... ma ora la Polizia chiede se i genitori lo sanno"
"Basta controllarci, lasciateci respirare e ancor di più fatelo coi giovani!", è l'urlo di protesta di Gerri Beretta Piccoli. Dopo il caso della festa di compleanno di Arbedo, a seguito del nostro articolo c'è chi ci accusa di moralismo e chi ritiene che i giovani non sappiano divertirsi: e se fosse colpa di genitori e polizia?
LUGANO – Il caso dei giovani di Arbedo, la cui festa di compleanno ha fatto intervenire la Polizia, la quale ha trovato spinelli e alcool oltre a sporcizia. Una serata di follia oppure un’abitudine?
Riportando la notizia, abbiamo posto questa domanda a voi lettori. “Siamo stati tutti giovani e abbiamo fatto delle stupidate che fai solo da giovane. Quindi penso che se si tratta di una serata fuori dall'ordinario, la cosa ci può stare; se invece è un andazzo che si ripete sempre, la cosa non va bene”, ci ha detto qualcuno.
“Ho diversi coetanei che sono morti negli anni 80 per overdose di droga ed incidenti stradali. Altri alcoolizzati e non se ne sono mai più tirati fuori, non credo che la mia generazione sia stata meglio né tantomeno d'esempio ai giovani”, ha sottolineato un altro lettore.
Due visioni opposte. Per qualcun altro, comunque, i ragazzi si sanno divertire solo con droga e alcool, “queste cose le abbiamo fatte tutti cristo. Smettetela con 'sta santificazione dei vecchi in confronto ai giovani”, sostiene invece un’altra corrente, dandoci di fatto dei moralisti. E non solo.
Personalmente, sono astemia e non ho mai fatto uso di droghe, ma questo non vuol dire nulla. Chi mi frequenta sa che non ho nulla in contrario a una birra o a un bicchiere di vino, pure a una sbronza ogni tanto. Ma il mio concetto di divertimento è sempre stato diverso: da qui, negli anni chi mi ha voluto frequentare lo ha fatto, e lo stesso accade tutt’ora, nel pieno rispetto della libertà personale.
Il discorso non è comunque questo. È un’interrogazione più generale sulla gioventù di oggi, se è diversa da quella di ieri, se si sta sbagliando qualcosa. Un contributo in merito lo ha lanciato attraverso la sua pagina Facebook Gerri Beretta Piccoli, che è noto per sostenere, per esempio, i molinari.
Scrive: “È proprio vero che i tempi cambiano. Adesso al ponte del Diavolo dei giovani si divertono a tuffarsi. Cosa che tutti gli abitanti di Lugano una volta nella vita hanno fatto. Arriva un agente della polizia comunale a chiedere se i genitori erano al corrente della loro attività. Ma non si proprio fare niente in questa città che subito sei controllato! Basta, lasciateci respirare e ancora di più lasciatelo fare ai giovani . Quante ciliegie ho rubato quante volte mi sono tuffato dal Ponte del Diavolo e non l'ho detto ai miei genitori. Eppure sono ancora quo a gridare libertà per il divertimento sano e spensierato . Basta controlli di polizia fine a se stessi”.
A suo avviso, si esagera. E un amico virtuale lo sostiene, “ma non è solo la polizia la causa di che ciò che non è proibito è obbligatorio, è anche la nuova generazione di genitori iperprotettivi che non danno spazio all’immaginazione dei figli che crescono frustati per non aver mai infranto una regola è la loro educazione è affidata alla scuola invece che alla famiglia”.
Un’altra chiave di lettura sul comportamento dei ragazzi? Ovvero, troppa protezione da parte delle famiglie e uno stato ormai divenuto di Polizia? O per contro, genitori assenti che dunque si affidano alla scuola, e quando manca il dialogo sul giusto e sbagliato, si affida l’educazione alla scuola? Un altro dibattito da lanciare. Senza pregiudizi alcuni, perché nessuno sostiene di star dicendo cosa è giusto e cosa no, ma con l’interesse e la curiosità che anima noi giornalisti, che non siamo solamente quelli che “danno” le notizie ma sovente quelli che amano “creare” le notizie, in mezzo alla gente e ai vostri pareri.
Paola Bernasconi