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Cronaca
07.03.17 - 16:340
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

I giovanissimi e la droga. "Facciamo prevenzione, ma il fenomeno non si può annullare. Le cause? Se la fonte di piacere è una, si arriva alla dipendenza"

Parla la direttrice della scuola media di Locarno da dove sono partite le prime segnalazioni. "E sono contraria a pene troppo severe. Sono però preoccupata, il consumo è abituale più che saltuario"

LOCARNO - L'inchiesta per droga (sia consumo che spaccio) annunciata ieri da Polizia Cantonale e Ministero Pubblico, che coinvolge una quarantina di persone fra cui diversi minorenni, sta suscitando preoccupazione. A far partire l'indagine sono state delle segnalazioni giunte dalla scuola Media Morettina di Locarno. Per capire cosa è successo, cosa si fa e cosa si potrebbe fare, abbiamo interpellato la direttrice Carla Stockar.Ci parla delle segnalazioni, partite da voi, verso la Polizia?"Abbiamo attivato le autorità chiedendo di fare un'indagine perché c'erano gli elementi per pensare che nella regione vi fosse uno spaccio di sostanze. Alcuni genitori durante l'estate ci hanno chiamato, preoccupati da voci che avevano sentito, e siccome noi non potevamo sapere se fossero realistiche, abbiamo contattato le autorità. Le mamme e i papà ci hanno parlato di comportamenti anomali, noi ci siamo preoccupati essenzialmente della realtà della nostra scuola".Chi sono i ragazzi della vostra scuola coinvolti? Sono problematici, e che età hanno?"Nomi e cognomi parzialmente li conosco, ma non ho avuto un documento che me li elenca. Posso dire che di sicuro sono meno di dieci ragazzi, di terza e quarta. Mi pare più che ragionevole essere preoccupata, per quello ho chiamato chi di dovere. Mi spaventa che ci sia uno spaccio, anche se esso non avviene, è bene precisarlo, all'interno della scuola. Non c'è mai stato, che a livello di età di scuola media si faccia uso di sostanze non è qualcosa di nuovo".Nell'ambito scolastico, avevate percepito dei segnali in questi giovani?"Sinceramente a scuola nemmeno ora si notano. L'unica cosa preoccupante, che ho riferito le autorità, è che diversi allievi, che erano sempre andati bene, avevano avuto un calo del rendimento".Il problema, a suo avviso, da dove nasce: cattive compagnie, educazione sbagliata?"Posso dirle ciò che riprenderemo nella serata dedicata ai genitori di giovedì. Nell'adolescenza tutti attraversiamo un periodo in cui cerchiamo di calibrare i nostri obiettivi e di trovare dei motivi di piacere. Purtroppo alcune persone, anziché avere una bella paletta colorata di piaceri nella vita, e di ritenere di meritare di averli, per vari motivi si concentrano su una sola fonte di piacere: sono questi elementi che poi finiscono a far uso di sostanze. È un comportamento che non è legato alle compagnie, anche se poi quando si vuole avvicinare qualcosa la compagnia giusta si trovi. Non sono gli amici a essere determinanti, per quanto posso vedere parte tutto dall'approccio del piacere stesso, che se viene inteso in un'unica fonte si può arrivare alla dipendenza. Essa non è solo da sostanze, può essere da videogiochi o da web, per esempio".A livello di prevenzione, cosa viene fatto?"Sono anni che ci battiamo per la prevenzione. Non so dire se funziona, non ho la controprova di cosa sarebbe successo se non avessimo fatto nulla. Abbiamo un programma che coinvolge gli allievi dalla prima alla quarta, con il gruppo Visione Giovani della Polizia, che vanno nel senso di discutere e confrontarsi su una certa serie di comportamenti, per spiegare cosa succede. Non è un'attività di condanna ma di confronto. A partire da quest'estate, avendo la percezione di un problema nuovo, ovvero questo spaccio regionale, abbiamo tentato di avere un'altra attività, una settimana dedicata a diversi obiettivi fra cui anche la prevenzione. Cerchiamo di parlare del piacere, sulla necessità di diversificarli. Non abbiamo affrontato il tema droga volutamente perché per noi non è la causa ma la conseguenza dell'educazione alla gioia, che non è completa. Tentiamo di estenderla per vedere se ci sono risultati migliori".La scuola può fino a un certo punto, poi la famiglia è fondamentale, non crede?"Per questo motivo abbiamo ideato la serata pensata e finanziata dall'associazione genitori, che ha offerto un incontro con la psicologa dell'età evolutiva Pietra Malagola, la quale con un approccio moderno spiegherà come si pensa come secondo gli studi moderni si dovrebbe affrontare il problema, anche se nulla è sicuro".Il fatto che i genitori si siano rivolti a voi è un segnale positivo di attenzione verso i loro figli, concorda?"Non solo è molto positivo, ma è una valorizzazione della scuola, dato che si sono rivolti a noi pensando che avremmo fatto qualcosa di efficace, ed è un motivo in più per fare di tutto per accontentarli, se non bastassero gli altri".L'inchiesta si è estesa a macchia d'olio. Sorpresa?"Questo mi ha meravigliato. Dall'osservatorio della scuola non mi pareva di vedere qualcosa di così esteso, anche da ciò che vedo in città. Evidentemente abbiamo messo il dito sulla punta di un iceberg".Negli anni, ha notato un aumento del fenomeno droga?"L'impressione è che nelle aree urbane la situazione sia peggiorata e che sia diventata una pratica più abituale che saltuaria. Ci stiamo attivando tutti, con tutte le sedi, il Dipartimento ci aveva indicato dei referenti oltre quelli che conosciamo. Nonostante tutti lavorino si deve continuare, io credo che annullare il fenomeno non sarà possibile dato che fa parte delle problematiche della crescita ma bisogna contenerlo al massimo, almeno fare tutto quanto possibile".Al di là della prevenzione, è a favore di pene severe anche verso ragazzi giovani come quelli della vostra scuola?"Francamente non ho mai visto l'efficacia di pene severe. Bisogna aiutare i genitori ad affrontare la cosa e i ragazzi ad avere un'altra visione, le pene non sono risolutive, indicano al giovane sono una via violenta e nella maggior parte dei casi essi non sono violenti. Abbiamo sempre cercato di venire incontro a chi sbaglia, non solo nella droga, dato che sbagliano in molti modi: chi erra deve essere guidato, non solo castigato. La punizione non è necessaria, va data un'alternativa".
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