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Cronaca
22.05.18 - 22:570
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Le lacrime di Crotta, "dovrebbero vergognarsi. Sono l'unico privato che cerca di fare del bene e vengo anche penalizzato, fa male"

Il vulcanico imprenditore vuole aprire un orto didattico per anziani, disabili e bambini, ma il Municipio di Manno gli contesta una recinzione non sicura. "Non è neppure una recinzione, sono macchine agricole vecchie", si giustifica, arrabbiato e triste. "Sono disgustato, pago tutto di tasca mia"

MANNO – Non ci era mai capitato di fare una telefonata per un’intervista e trovare un interlocutore praticamente in lacrime.  È successo oggi quando abbiamo contattato Enzo Crotta per chiedergli lumi in merito alla recinzione contestata dal comune di Manno. L’imprenditore, balzato suo malgrado agli onori della cronaca per quello che la trasmissione Patti Chiari aveva scoperto nella sua azienda ortofrutticola, si era un po’ rimesso in piedi e nel suo agriturismo desidera creare uno spazio per disabili e anziani, oltre che per i bambini, per vedere come si coltiva.

A fermare l’idea però il Municipio, che ritiene che una recinzione, costituita prevalentemente da materiali da discarica, non sia sicura: ha 15 giorni per mettersi in regola.

Crotta chiede di potersi riprendere e richiamare, lo fa poco dopo, ma fatica a controllare la voce. Il suo è lo sfogo, umanissimo, di una persona ferita: dove stiano le ragioni non dobbiamo dirlo noi, però questo è quanto rivelato durante la lunga chiacchierata, o meglio, il suo semi-monologo, durante il quale a volte spunta quanto successo dopo Patti Chiari, anche se dice di non volerne parlare. "Mi è stato assicurato che vincerò, che non c'è niente contro di me", sussurra. 

Si sente criticato, “è perché qualcuno dietro può mangiare. Lasciamo perdere… Questo orto servirebbe perché non tutti i disabili hanno la fortuna di essere aiutati. Nessuno guarda l’anziano sulla sedia a rotelle, che non esce mai di casa, per esempio. Io sto facendo qualcosa di mia iniziativa, anche se non ho soldi ce la faccio lo stesso in qualche modo”.

In merito al recinto, “loro sono talmente politici, non si ricordano che tanti anni fa il 97% del Ticino era di agricoltori. Attorno all’orto voglio presentare le macchine vecchie che si usavano una volta, dall’aratro vecchio alla macchina che tira su il fieno fino al rullo, una cinquantina di strumenti. Non è un recinto bensì una presentazione di macchinari che si usavano. Non so cosa dire…”.

“Possibile che devo essere solo io a fare del bene e nessun’altro fa nulla? Pago tutto, rifiuto soldi per aiutare altri, visto che potevo cedere l’attività. Sono disgustato. Ci mancherebbe che mollo, assolutamente! Dovrebbero aver vergogna, veramente”, ripete.

“Sono l’unico privato che fa qualcosa per i poveri. Se lo facesse il Comune o il Cantone otterrebbe dei soldi, io che lo faccio gratis sono penalizzato, mi fa male”. Poi viene sopraffatto dalle lacrime.
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