Cronaca
28.05.18 - 15:440
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
La copertina che fa discutere. Boneff e l'immagine dei finocchi, "ho fatto riferimenti? Dimostro che questa è schizofrenia ideologica! Nemmeno sotto Mussolini..."
Il consigliere comunale PPD ha pubblicato su Facebook una foto sicuramente dubbia, nei giorni che precedono il Gay Pride. Ma lui insiste: "il riferimento l'hanno visto i malpensanti, io non ho scritto nulla né accostato alcuna altra foto. Dovrei forse scusarmi? Stiamo impazzendo"
LUGANO – Mentre si discute di Gay Pride, vedi anche articolo precedente, su Facebook il consigliere comunale Armando Boneff, che da sempre è contro la manifestazione (si era chiesto, in un’interrogazione assieme ad altri colleghi come fosse possibile che i soldi per un risotto non vi fossero e per la settimana dell’orgoglio LGTB sì), imposta un’immagine di copertina molto dubbia.
Rappresenta infatti la foto di una fila di finocchi, intesi come verdura, che purtroppo tutti sanno nel linguaggio comune e dispregiativo a che cosa si riferiscono. Lui contesta che c’entri qualcosa col Gay Pride, e scrive di denunciarlo se ha fatto qualcosa di omofobo.
Boneff è un noto vignettista, che sino a settimana scorsa pubblicava sul Giornale del Popolo. La sua copertina è destinata a scatenare polemiche, anche se qualcuno ci vedrà, appunto, satira.
Ma lui, come la intende? Quando lo chiamiamo per chiederglielo, ridacchia. “Questa è proprio bella, ma dove siamo, in dittatura? Lei trova un qualsiasi riferimento a quello che è stato detto dopo? C’è un commento, un’allusione ad altro? Dimostro semplicemente che questa è schizofrenica ideologica. Pubblicare un’immagine così, non associata, è lecito: e ci mancherebbe! Chiunque dica quello che vuole, non mi interessa, non ho mancato di rispetto a nessuno. Non c’è neppure vicina un’altra immagine, nessun riferimento nascosto. Sto dimostrando che stiamo impazzendo”.
Però ci sono riferimenti o è una provocazione? Boneff non si sbilancia, “il riferimento l’hanno fatto i malpensanti, mi devo forse scusare? Scherziamo, andiamo davanti a un Pretore o a un Giudice e vediamo chi ho infamato. Nemmeno sotto Mussolini si veniva processati per qualcosa di simile. Perché l’ho messa? Ho scelto quel che volevo e come volevo, non devo giustificarmi a nessuno, né come personaggio privato né pubblico, hanno fatto tutto gli altri”.