CADRO – Un rimpatrio che fa discutere, sia per la decisione in sé sia per le modalità, quello che racconta la RSI in apertura del Quotidiano.
A parlare è l’avvocato, che si è occupato di sei casi di famiglie eritree. A suo avviso, la Confederazione viola la Carta dei diritti fondamentali, ma in particolare colpisce l’ultimo episodio.
Riguarderebbe una donna e i suoi due bambini, uno di un anno e mezzo e una un po’ più grande, che soffre però di crisi epilettiche, accusa un ritardo mentale ed è costretta su una sedia a rotelle.
I tre sono stati prelevati all’alba dalla Polizia Cantonale dal centro di Cadro, per essere mandati a Brindisi in aereo. Lì però alla piccola non potrebbero essere garantite subito le cure mediche necessarie: ci sarebbe una procedura da seguire, che rischierebbe di far perdere tempo alla bambina la quale correrebbe rischi.
“Da quanto so, non ha potuto neppure cambiare la bambina”, racconta l’avvocato Immacolata Iglio Rezzonico, “e nemmeno preparare le valigie”. Erano le 5 del mattino.
Il Dipartimento del Territorio ha detto alla RSI che le decisioni sono di competenza della Confederazione e che si presta attenzione ai casi delicati.
A quanto pare, già una settimana fa si era provato a far partire la famigliola, ma la madre aveva avuto una crisi in aeroporto ed era stata riportata a Cadro.