di Marco Chiesa*
Il presidente del PLR, Bixio Caprara, a sorpresa, scrive un articolo sul Corriere del Ticino di sostegno a favore del senatore PPD che è stato decisivo per l’autorizzazione del versamento di miliardo di coesione senza alcuna contropartita: "La Svizzera non può permettersi di fare la voce grossa" dice Caprara.
Non sono sorpreso della sua posizione, è la posizione classica del PLR anche a Berna. Un complesso di inferiorità che ad ogni occasione è orgogliosamente ribadito.
Nel 1992, sentendo queste persone e i loro partiti, avremmo dovuto fallire se non avessimo votato lo Spazio economico europeo, nel 2009 avremmo perso la faccia e gli affari con gli arabi se avessimo votato contro l’edificazione dei minareti, oggi ci autodistruggeremmo se daremo la priorità rispetto alla nostra Costituzione.
L’autodeterminazione non è proprio nelle corde di questi rappresentanti del popolo.
Il disegno è chiaro. Si chiama adesione all’Unione europea. Oggi lo nascondono ben bene ma continuano a ossequiare Bruxelles basti pensare a come hanno sovvertito le decisioni del popolo riguardo alla libera circolazione delle persone. Hanno trasformato i contingenti, i tetti massimi e la preferenza indigena nell’obbligo di notificare i posti di lavoro agli uffici di collocamento dove anche i frontalieri possono iscriversi. Un sabotaggio indecente con il pretesto che la Costituzione è secondaria rispetto al diritto internazionale e che non potevamo irritare i nostri amici europei.
Il Popolo può esprimersi, lo dicono sempre, ma poi loro non lo ascoltano e correggono le sue decisioni.
Per me è fondamentale non indebolire la nostra democrazia diretta e ribadire forte e chiaro che chi è sovrano in Svizzera sono le cittadine e i cittadini non la “classe politique” che vorrebbe convincerci di potersi prendere cura di noi meglio di quanto possiamo fare noi stessi!
*Consigliere Nazionale UDC