BELLINZONA – Il miliardo di coesione potrebbe aver trovato il via libera. Infatti la commissione di politica estera del Nazionale raccomanda al plenum di allinearsi alla posizione degli Stati e del governo, ovvero dando l’ok per l’1,3 miliardi previsto, anche se il credito non verrà raddoppiato se l’UE dovesse attuare misure discriminatorie nei confronti del nostro Paese.
Ovviamente, una decisione che non piace all’UDC. “In agosto, PLR e PPD non avevano voluto esprimersi sul cosiddetto miliardo di coesione (che in verità sono 1,3 miliardi!) richiesto dall’Unione europea. A quel tempo dicevano di necessitare di più tempo per “riflettere”, si legge in una nota. “Questa triste presa per i fondelli della nostra popolazione è l’ennesima dimostrazione che l’UDC aveva ragione nel denunciare il subdolo comportamento di PLR e PPD. Questi partiti non hanno semplicemente avuto il coraggio di prendere questa decisione prima delle elezioni federali temendo un effetto boomerang e prendendosi così beffe delle elettrici e degli elettori svizzeri. Lo stesso varrà per l’accordo istituzionale. La sottoscrizione è bell’e pronta e le resistenze si scioglieranno presto come neve al sole. Questi partiti, assieme al PS, dimostrano, ancora una volta, che sono asserviti all’UE e che nulla fanno per impedire la strisciante adesione”.
UDC che avrebbe voluto usare i soldi per altro. “L’UDC e, Marco Chiesa in particolare durante tutti i dibattitti televisivi e radiofonici, hanno sempre sostenuto che questa sceneggiata era volta solo a nascondere le carte prima della tornata elettorale. Il rischio per loro era quello di perdere dell’elettorato poco incline a sottostare a questo nuovo ricatto dell’UE anche alla luce delle discriminazioni che ha subito il nostro Paese. Pensiamo in particolare al mancato riconoscimento della borsa svizzera. Ora, ad urne chiuse, appena tre settimane dopo le elezioni, questi partiti e i loro rappresentanti mostrano il loro vero volto: non solo il PS ma anche il PLR e PPD, in commissione, confermano la loro ferrea volontà di versare 1,3 miliardi di franchi delle cittadine e dei cittadini svizzeri, per il contributo di coesione all’UE che sarà destinato ai Paesi dell’Est”.
Il partito è dunque furibondo con gli altri movimenti, rei a suo dire di cambiare versione dopo le elezioni. “I cittadini meritano rispetto. Ancora ieri altri candidati si lamentavano della crescita senza controllo dei frontalieri in Ticino. Ora hanno il coraggio di dire pubblicamente che sono troppi, dopo il ballottaggio cadrà nuovamente una coltre silenziosa e torneranno a sottovalutare le sofferenze della nostra popolazione e a sostenere la libera circolazione delle persone”, termina amaramente il comunicato.