BELLINZONA – Era stato definito un picchiatore seriale, un attaccabrighe, qualcuno di aggressivo, abituato a fendere la folla lanciando fendenti, come successo quella maledetta sera a Gordola. Il 23enne di Biasca, a processo per la morte di un 44enne del Mendrisiotto, è stato condannato a cinque anni per omicidio colposo.
Non aveva intenzione di uccidere, è stato detto in aula. Ha colpito, sia con un pugno che con una spallata, l’uomo deceduto, mentre inseguiva la sua ex fidanzata uscendo dalla Rotonda di Gordola: il 44enne si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il Procuratore Pubblico aveva chiesto 12 anni, mentre la difesa soli 12 mesi. Il 23enne, che era a piede libero e addirittura viveva in Svizzera Interna, dove lavorava come venditore, ha sempre affermato di non aver colpito l’uomo e anzi di essere stato picchiato a sua volta dai buttafuori. Per il suo legale, le testimonianze raccolte non erano attendibili.
La pena è anche per i reati di minaccia, lesioni e infrazione alla legge sugli stupefacenti, mentre è stato accordato alla moglie e ai due figli della vittima un risarcimento di 50mila franchi a testa.