BELLINZONA – Le persone truffate dal Gruppo Cadei potrebbero essere molte, si parla di centinaia: la linea telefonica messa a disposizione dalla Polizia è stata presa d’assalto.
Per esempio, un uomo ha raccontato al Corriere del Ticino di aver acquistato nel 2015 per 21mila franchi una Fiat che di listino, nuova, ne costava 27mila, ribasso motivato col grande numero di auto vendute. Ma nuova non era, perché era stata immatricolata in Romania due anni prima.
Sempre al CdT, il presidente di UPSA (l’Unione professionale svizzera dell’automobile) Roberto Bonfanti ha raccontato come funziona la truffa. “Attraverso i nostri computer è facile vedere il percorso e la storia di ogni singolo veicolo. Noi garage autorizzati, collegandoci ai computer della casa madre, riusciamo per esempio in fretta a capire quando un’automobile è uscita dalla fabbrica”: qui sta l’inghippo. Le auto vendute in Ticino spesso sono state immatricolate in altri paesi anche un paio, o tre, anni prima.
La garanzia dura due anni, ma parte dal momento in cui viene immatricolata per la prima volta. Così a molti clienti è successo di portare la macchina in garage, convinto di averla in garanzia, e di scoprire che in realtà era rimasta per mesi o anni in giro per l’Europa, acquistata da Cadei in enormi saloni di rivendita, che vantano un enorme numero di automobili piazzate.
Proprio il caso di un acquirente, che di fronte a chi gli diceva che l’auto non era stata immatricolata per la prima volta pochi mesi prima, ha fatto partire le indagini della Magistratura e della Sezione della Circolazione.