BELLINZONA – Fioccano le testimonianze di chi era al Woodstock. E se il ragazzo con cui abbiamo parlato questa mattina si è detto stupefatto e preoccupato del ritardo con cui è stato avvisato di dover stare in quarantena (la recluta è stata testata positivamente lunedì, nel frattempo sono passati altri due giorni in cui lui ha lavorato, tra l’altro in un centro diurno per anziani), tanto che ieri sera, dopo aver letto la notizia non sapeva come comportarsi, qualcuno non è stato avvisato.
Per esempio, una ragazza che ha parlato coi colleghi del Corriere del Ticino. “Le mie amiche sono state contattate questa mattina, io non ancora”, spiega. Per loro, quarantena di 5-6 giorni.
Ma nulla per chi è a contatto. “Perché i clienti del locale – non tutti – sono stati chiamati solo oggi? E alle Amie amiche è stato comunicato di rimanere in quarantena in casa fino a martedì, l’unico problema è che ai loro genitori non è stato imposto niente”. Genitori che ovviamente sono stati a contatto con le ragazze.
L’interlocutrice del CdT stamattina ha preferito non andare al lavoro e si chiede come mai il DSS non l’abbia ancora chiamata.
Spezza una lancia a favore del locale: quando sono state raggiunte le 300 persone, nessuno è più stato fatto entrare, nonostante ci fosse la fila.