BERNA – Dopo le polemiche, nate perché lo studio era stato effettuato in vitro e non su pazienti umani, la rivista Virology, che parlava dell’Echinaforce come rimedio contro il Covid, mette le mani avanti.
Non stralcerà lo studio ma lo rivedrà. “Esso verrà revisionato dalla redazione. Prendiamo la cosa molto sul serio”, ha detto l’editore a 20 Minuti.
“Si tratta di uno studio in vitro, con risultati accurati. Quello che è stato parzialmente sovrainterpretato è la possibile efficacia sugli esseri umani”, ha proseguito: ma non stralcerà lo studio, la speranza è che i risultati ottenuti in vitro motivi “gli altri scienziati a rivedere i risultati e a condurre ulteriori lavori di ricerca”.
Dunque, il preparato a base di Echinacea purpurea, creato da una ditta turgoviese, che era andato a ruba dopo la pubblicazione dello studio, non è più miracoloso. O almeno, per ora. Serviranno ulteriori studi per capirlo, molti esperti, con il materiale esistente sinora, si erano detti scettici (tra cui il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini che aveva affermato che, per tanto così, anche la grappa ticinese poteva essere un rimedio contro il Covid).