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Cronaca
04.10.20 - 10:350

I messaggi WhatsApp diventano tre. Ermani avrebbe giudicato i procuratori pubblici, bocciandoli

Nell'ambiente tutti sapevano che il presidente del Tribunale penale è solito scrivere a Pagani il venerdì sera. In un messaggio, si parla di tre donne procuratrici (una "preoccupante", una "pessima", una "male"), in un altro di un processo

BELLINZONA – Non uno, ma tre WhatsApp, estrapolati da una lunga serie di messaggini. Perché, stando al Caffè, Mauro Ermani, presidente del Tribunale penale, era solito scrivere, solitamente al venerdì sera, al procuratore generale Andrea Pagani.

Permani si giustifica dicendo che, dato che non venivano graditi i giudizi espressi in aula, lui li scriveva direttamente a Pagani. Li chiamavano, nell’ambiente, i “WhatsApp del venerdì sera”.

È noto quello in cui chiedeva di trattar bene una sua stretta collaboratrice, candidata al ruolo di procuratrice pubblica, “altrimenti ricomincio”. Ermani la giudica una battuta, dice di aver scritto “se me la rubi”.

Ma ne spuntano altri due, dove il presidente del Tribunale penale esprime giudizi sui procuratori pubblici, che l’11 settembre hanno scoperto di essere stati bocciati dal Consiglio della magistratura, con motivazioni pesanti, a cui però non possono avere accesso. Tutti, quel giorno, si chiedevano che cosa fosse successo.

Il secondo messaggio è stato inviato da Ermani a Pagani nel corso dell’estate. Nomina tre donne, tre procuratrici (probabilmente tra le bocciate). L’operato di una è definito “preoccupante”, quello della seconda “male”, per la terza c’è addirittura un “pessima”. Forse anche una frase, precedente, ancor più dura. Ermani si giustifica dicendo che erano giudizi relativi a una determinata inchiesta.

Nel terzo messaggio, si parla di un processo appena terminato. Non ci sono nomi, ma Pagani ovviamente può risalire. L’inchiesta non sarebbe stata condotta in modo opportuno, è il senso del WhatsApp.

Quanto hanno pesato sul giudizio negativo del Consiglio della magistratura sui cinque procuratori pubblici in carica? A liberatv, Ermani aveva spiegato che “ome tutte le autorità penali siamo stati chiamati a fornire elementi di valutazione sulla base dei dati relativi agli ultimi 5 anni, procuratore per procuratore, e a segnalare eventuali situazioni, o magistrati, che necessitassero un approfondimento da parte del Consiglio della Magistratura. Abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto. Preciso anche che nei confronti dei procuratori pubblici ai quali viene rimproverato di non essere abbastanza produttivi e di non emettere atti d’accusa, non abbiamo potuto dire nulla, per evidente mancanza di dati. Per il resto sono state segnalate, con indicazione del numero di incarto, situazioni che, a nostro avviso, meritavano un approfondimento da parte del Consiglio. Tutto qui, senza considerazioni o giudizi: solo fatti, tra l’altro relativi a casi giudiziari pubblici”.  Ma qualcuno nell’ambiente pensa che il Consiglio della magistratura abbia assorbito troppo i giudizi, duri, del presidente del Tribunale penale.

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