LUGANO - Avevano aperto, nonostante le polemiche, poi all'improvviso la decisione di chiudere. È stato un venerdì sera triste per chi aveva allestito bancarelle natalizie a Lugano.
Cosa accadrà ora? Demis Fumasoli, dei comunisti, ha lanciato l'allarme: "Molti lavoratori e lavoratrici, hanno investito parecchio tempo, per poter organizzarsi nel migliore dei modi, ad allestire le proprie bancarelle/casette, pagando un affitto per le stesse. Sopportando pure dei costi, per i quali andrebbero completamente indennizzati, così pure per il mancato guadagno. Hanno aperto con l’illusione di poter guadagnare, mentre ora si ritrovano con un pugno di mosche".
Borradori nel suo intervento social aveva parlato della possibilità di chiudere prima del previsto paventata già al momento dell'apertura ai mercatari, come pure di un risarcimento. Su come sarà impostato, Badaracco ha dichiarato che la Città ci sta riflettendo.
Nel frattempo, ieri chi aveva aperto le bancarelle ha dovuto chiudere. Si contesta la scelta di non lasciare aperto almeno oggi per poter permettere a chi ha ordinato merce e non l'aveva ancora ritirata.
Ma l'arrabbiatura viene da un altro fattore: puntano il dito sugli aperitivi, convinti di pagare quelli, non assembramenti di persone che all'interno del perimetro del mercato non c'erano. "Quando uscivo per andare a casa e passavo da piazza della Riforma, vicino ai baretti, rimanevo scioccata vedendo le persone ammassate che facevano l’aperitivo senza mascherina", commenta qualcuno, ed è il pensiero di molti.