BELLINZONA - L'Ordinanza sui certificati Covid è lacunosa, arbitraria ed anche discriminatoria. Ne è convinto l'avvocato luganese Ferrini, che si è rivolto all'UFSP.
Tre sui clienti infatti sono guarite dal Covid, hanno gli anticorpi ma nonostante questo è stato loro negato il Covid Pass perchè avevano contratto la malattia più di sei mesi fa. E hanno contattato il legale il quale si è dapprima rivolto all'ufficio di Rafaele De Rosa. Il Consigliere di Stato ha risposto che la sede giusta per la contestazione sia l'Ufficio Federale della Sanità Pubblica e così l'avvocato Aldo Alfonso Ferrini ha inviato una raccomandata di fuoco, dove non limita frecciate in merito ai vaccini.
Trova alquanto lacunosa l'Ordinanza federale sui certificati Covid del 4 giugno ed è convinto che qualcosa possa cambiare, "perché le mie obiezioni sono granitiche. Comunque staremo a vedere". A rivolgersi a lui tre persone, "dopo avere ricevuto il diniego del Covid-pass. perché guarite più di 6 mesi fa anche se portatrici di anticorpi (comprovato dal laboratorio Risch)", ma altre hanno scritto sui social di aver vissuto la stessa situazione.
Le lacune del testo dell'ordinanza stanno nel non rilasciare il certificato Covid a chi ha gli anticorpi perché guarito oltre sei mesi fa: queste persone, nonostante le evidenze scientifiche che parlano di una immunità per molto tempo, forse anche anni, devono vaccinarsi o fare il tampone per avere il certificato. Punti da cui Ferrini si distanzia: "Obbligare questi soggetti a una serie infinita di tamponi PCR o, peggio ancora, a doversi fare inoculare una dose di medicamento sperimentale, per ottenere il 'passaporto verde' è contrario ai principi costituzionali, arbitrario e in urto alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo", scrive, citando la Corte Europea che definisce illegale ogni obbligo di vaccinazione: "A maggior ragione, dico io, se l'obbligo viene imposto a soggetti che sono portatori degli anticorpi e possono dimostrarlo con un certificato d'analisi rilasciato da un laboratorio autorizzato".
Va giù durissimo, Ferrini: "Voglio credere che l'Autorità federale, vista l'emergenza, si sia fatta sfuggire in buona fede quanto sopra, poichè in caso contrario sarebbe disdicevole che la Confederazione imponga indirettamente un vaccino a coloro che hanno contratto l'infezione e come detto sono portatori di anticorpi sviluppati naturalmente.
A suo avviso non si può gestire la salute pubblica "un tanto al chilo come in salumeria", "obbligando ad una dose di medicamento sperimentale chi ha già gli anticorpi". Parla di legge "materiale, generale e astratta", che non può dimenticare le migliaia di casi sollevati. "L'Ordinanza va completata nel senso auspicato o quanto meno l'Autorità dovrà sanare la lacuna per via regolamentare. Sostenere che gli anticorpi naturali si esauriscono in sei mesi senza dati scientifici è arbitrario. Parimenti, il fatto di discriminare i portatori di anticorpi a seguito di una malattia rispetto a coloro che si sono fatti inoculare un medicamento sperimentale è una palese violazione del principio della parità di trattamento, nella misura in cui i 'vaccinati' non sono sottoposti ad alcun limite temporale".
Al di là del parere di Ferrini sul vaccino, parole dure e contestazioni di tipo giuridico a cui l'UFSP dovrà dare in qualche modo risposta.