LUGANO – Siamo finalmente alla resa dei conti. La procuratrice pubblica Chiara Borelli ha firmato il primo luglio l’atto d’accusa per il caso Adria-Wir, rinviando a giudizio ben sette persone. Oltre ai tre principali imputati – i titolari dell’impresa di costruzione Adria, Adriano Cambria e suo figlio Filippo e all’ex direttore della Banca Wir di Lugano Yves Wellauer, andranno a processo anche un garagista di Morcote, un promotore immobiliare di Lugano, ma soprattutto – ed è questa la svolta più rilevante nell’inchiesta – il famoso Mister X, un 35enne italiano domiciliato a Canobbio e suo cugino, imprenditore italiano residente a Varese.
I tre principali imputati vennero arrestati nel 2015, quando scoppiò il caso sul clamoroso crack dell’Adria Costruzioni. L’inchiesta partì proprio dalla testimonianza di Mister X, che in quella prima fase dell’intricata inchiesta venne considerato un semplice teste d’accusa.
Per gli imputati, la procuratrice Borelli ha già fatto sapere che formulerà richieste di pena superiori ai cinque anni. Nell’atto d’accusa articolato in venti fitte pagine, il magistrato profila praticamente l’intero scibile dei reati finanziari, a dipendenza delle responsabilità dei singoli imputati: ripetuta falsità in documenti, appropriazione indebita, ripetuta amministrazione infedele aggravata, cattiva gestione, frode fiscale, concorrenza sleale. Ma il reato principale è quello di truffa per mestiere. Tra i reati contestati – per alcuni imputati – ci sono anche la denuncia mendace e la grave infrazione alla legge sulla circolazione stradale.
Per padre e figlio Cambria c’è anche la violazione sulla legge dell’AVS, per aver omesso di pagare alla cassa di compensazione i contributi dedotti dai salari dei loro dipendenti per una cifra complessiva di circa 180mila franchi.
Sempre per i Cambria, c’è la ripetuta amministrazione infedele aggravata, commessa secondo la pp con la complicità di Wellauer per aver ottenuto indebiti profitti danneggiando il patrimonio delle loro società provocandone il fallimento. In particolar per aver utilizzato denaro di pertinenza delle società per pagare spese personali o totalmente estranee alle attività aziendali causando un danno al patrimonio sociale stimato in oltre 12 milioni e mezzo.
Si parla di spese per leasing di automobili, di un investimento ad Abu Dhabi per la costituzione di un fondo immobiliare, di utilizzo del denaro per gestire sale giochi in Italia, per acquistare alcuni Yacht, un aereo privato e un appartamento in Costa Azzurra, per la produzione di una linea d’occhiali. Nell’elenco figurano anche una sponsorizzazione di oltre un milione e 800mila franchi per sponsorizzazioni del moto gp, bonifici e prelevi bancari per oltre otto milioni.
Il ruolo dell’ex direttore della Wir è invece legato alla concessione di crediti di costruzione alle società dei Cambria, crediti che hanno causato complessivamente danni alla banca per decine di milioni.