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Cronaca
03.11.21 - 14:270

In Svizzera vaccinati il 73% degli over 12: parte l'offensiva vaccinale

Per la Confederazione l'unico modo di uscire dalla pandemia è vaccinarsi e dunque si prepara all'offensiva vaccinale, con unità mobili, vaccinazioni itineranti, addirittura concerti e testimonial di eccezione come attori

BERNA - La vaccinazione rimane il mezzo più efficace per porre fine alla pandemia in Svizzera. Per promuoverla, Confederazione e Cantoni stanno conducendo un’offensiva tesa a informare il maggior numero possibile di persone sui vantaggi della vaccinazione. Dall’8 al 14 novembre è prevista una Settimana nazionale di vaccinazione all’insegna del motto «Superiamo insieme la pandemia». Nelle prossime settimane saranno inoltre operative unità mobili di vaccinazione supplementari che offriranno un accesso a bassa soglia alla vaccinazione in tutta la Svizzera. Infine consulenti forniranno informazioni sulla vaccinazione a tutte le persone che lo desiderano.

L’offensiva di vaccinazione, che gode di un ampio sostegno, entra nel vivo e viene presentata alla popolazione. Confederazione, Cantoni e numerose associazioni e organizzazioni stanno lavorando a pieno regime per metterla in atto. L’offensiva prevede tre elementi: una Settimana nazionale di vaccinazione, unità mobili di consulenza e vaccinazione supplementari e offerte informative personalizzate.

«Superiamo insieme la pandemia»: settimana di vaccinazione dall’8 al 14 novembre

L’obiettivo della settimana, che si svolge all’insegna del motto «Superiamo insieme la pandemia», è di informare il maggior numero possibile di persone sulla vaccinazione e di sottolinearne i vantaggi per l’intera società. Tutti i Cantoni e numerose federazioni, associazioni e organizzazioni proporranno manifestazioni a livello locale con servizi di consulenza e offerte vaccinali a bassa soglia, ad esempio una «notte della vaccinazione» o una diretta streaming con esperte ed esperti. È prevista, in particolare, una comunicazione chiara, plurilingue e basata su dati attendibili sulla vaccinazione e saranno tematizzati, fra l’altro, l’efficacia, la sicurezza e gli effetti collaterali dei vaccini, i rischi per la salute di un’infezione da coronavirus e le possibilità di vaccinazione.

Dal 7 novembre, la Settimana nazionale di vaccinazione potrà inoltre contare su un nutrito gruppo di testimoni d’eccezione: oltre 80 personalità del mondo dello sport, della cultura, dell’economia e della politica compariranno infatti a sostegno dell’iniziativa in una serie di inserzioni. Sul sito Internet settimanavaccinazione.ch sono disponibili informazioni sulla campagna, sulla vaccinazione anti-COVID-19 e link alle manifestazioni previste nei Cantoni.

Durante la settimana di vaccinazione è prevista anche un tour con una vasta offerta di informazioni e una serie di concerti – il «Back on Tour» – che farà tappa a Thun (08.11.), Losanna (09.11.), Sion (10.11.), San Gallo (12.11.) e Lucerna (13.11.) e che vedrà la partecipazione di artisti del calibro di Stefanie Heinzmann, Danitsa, Stress, Dabu, Kunz e, in qualità di ospiti d’eccezione, Baschi, Anna Rossinelli e Sophie Hunger. Il tour sarà aperto ufficialmente dal presidente della Confederazione Guy Parmelin l’8 novembre sulla Piazza federale di Berna. Durante i concerti si potrà usufruire dei servizi di consulenza vaccinale e farsi vaccinare direttamente sul posto. Il numero di spettatori è limitato a 500 persone, i concerti si terranno all’aperto e non sarà necessario il certificato COVID. I biglietti sono ottenibili gratuitamente, da subito, sul sito della Settimana nazionale di vaccinazione.

Unità mobili di consulenza e vaccinazione supplementari

Durante la settimana di vaccinazione e in quelle successive saranno operative nei Cantoni numerose unità mobili di consulenza e vaccinazione, tra cui dei bus di vaccinazione. In questo modo le persone non ancora vaccinate potranno farsi consigliare e sottoporsi eventualmente a una vaccinazione. Gli indecisi potranno beneficiare di una consulenza individuale.

I consulenti saranno a disposizione per aiutare le persone a trovare un centro di vaccinazione o a contattare un medico o un traduttore. Non è ancora chiaro quante unità mobili supplementari e quanti consulenti saranno impiegati nelle prossime settimane, dato che non tutti i Cantoni hanno ancora presentato i loro piani.

Investimento massimo di 96 milioni di franchi

I costi a carico della Confederazione per l’offensiva di vaccinazione non supereranno i 96 milioni di franchi. A confronto, i test gratuiti per i certificati COVID verrebbero a costare all’incirca 50 milioni di franchi alla settimana. Un’alta copertura vaccinale avrebbe inoltre benefici indiscussi per il sistema sanitario e l’economia: in media si potrebbero evitare un ricovero in ospedale ogni 50 vaccinazioni e uno in terapia intensiva ogni 150. Senza contare che, scongiurando le chiusure, si possono risparmiare ulteriori costi, in particolar modo nella ristorazione, nel settore alberghiero, nei centri fitness e nell’industria dell’intrattenimento.

Basso tasso di vaccinazione

Con il 73 per cento delle persone a partire dai 12 anni che hanno completato di ciclo vaccinale, la Svizzera presenta un tasso di vaccinazione basso rispetto ad altri Paesi europei. Per la Confederazione e i Cantoni, la vaccinazione resta il mezzo migliore e più rapido per uscire dalla pandemia di COVID-19. Soltanto un tasso di vaccinazione significativamente più alto permette di garantire alla popolazione un’immunizzazione sufficiente e una protezione contro un decorso grave della malattia e di evitare un sovraccarico del sistema sanitario. Secondo lo stato attuale delle conoscenze, per la variante Delta e senza includere le persone guarite, dovrebbero essere vaccinati il 93 per cento circa della popolazione nella fascia d’età sopra i 65 anni e l’80 per cento in quella tra i 18 i 65 anni. 

Situazione epidemiologica fragile

La situazione epidemiologica rimane fragile. Attualmente Il tasso di vaccinazione è troppo basso e la velocità con cui procede la campagna vaccinale troppo lenta per prevenire una nuova forte ondata di infezione durante i mesi freddi. Dopo una diminuzione dei casi nelle ultime settimane, la tendenza si è di nuovo invertita. Questa evoluzione era prevedibile in considerazione del calo delle temperature, della fine delle vacanze autunnali, della copertura immunitaria ancora insufficiente e della variante Delta, molto più contagiosa. Al momento non è possibile prevedere in modo attendibile in che misura e con che velocità aumenteranno i ricoveri nelle prossime settimane. Il numero crescente di casi si ripercuoterà probabilmente con effetto ritardato sui ricoveri ospedalieri e sulle capacità nelle unità di terapia intensiva.

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