LUGANO – L’ex direttore della scuola media di Lugano accusato di ripetuti atti sessuali con fanciulli è stato condannato oggi dalla corte delle Assise criminali presiedute del giudice Mauro Ermani (nella foto di Pablo Gianinazzi). Tre anni di detenzione, di cui 6 mesi da espiare e i rimanenti sospesi per un periodo di prova di 3 anni, è la pena, alla quale si aggiungono l’interdizione a vita dall’esercizio di qualsiasi attività che comporti un contatto regolare con minorenni, e un trattamento ambulatoriale. L’uomo, 39 anni, che al momento dei fatti ricopriva il ruolo di vice direttore, ha ammesso tutto – una ventina gli episodi contestatigli dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, ed è stato condannato anche per il reato di somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose per la salute.
“A livello soggettivo – ha detto in aula il giudice Ermani, come riporta LaRegione - la colpa riferita al bene protetto è di lieve gravità nella misura in cui la ragazza non soffre per aver avuto rapporti prematuri con un adulto, ma perché si è sentita tradita, perché è successo con un suo docente e perché un adulto non ha impedito o fermato quello che lei dice di aver anche voluto”. Ma la colpa è molto grave, perché il docente ha violato tutte le regole dell’insegnamento.
La perizia psichiatrica effettuata sull’accusato, arrestato in settembre, ha diagnosticato un disturbo di personalità narcisistico e immaturo. I fatti erano accaduti tra la fine di maggio e la metà di luglio dello scorso anno, quando l’allora vicedirettore ha avuto una relazione con un’allieva che aveva meno di 16 anni. Toccamenti e rapporti completi che sono avvenuti a casa dell’uomo, in alberghi di lusso, in auto, nel suo ufficio e in un’aula della scuola. Come si ricorderà, c’è anche una seconda ragazza coinvolta, che il 39enne ha palpeggiato in un’occasione, in presenza dell’altra allieva.
L’imputato ha ammesso di aver sbagliato: “Tutto quanto è stato un errore. A me sembrava di non porre pressione o costrizione, ma il fatto stesso che io, in quanto figura educante, abbia accettato questa relazione, ha influenzato la decisione della ragazza”.
La Corte ha affrontato anche il periodo che ha preceduto gli atti sessuali, ovvero quando la moglie dell’imputato ha scoperto delle chat legate a temi sessuali, ne ha parlato con l’allora direttore dell’istituto e le voci sul marito hanno iniziato a circolare. Se fossi stato più maturo, ha detto l’imputato, “avrei agito diversamente, ma in quel momento la ragazza era l’unica che mi era vicina”.
Ora l’ex direttore seguirà un percorso di cura. L’obiettivo principale, ha concluso, “è stare meglio e costruire un rapporto almeno con i miei figli”.