ROMA – "Stellina non c'è, chi l'ha presa?". Sandro La Tona lo chiede in una conversazione telefonica con la moglie. Lui è il carabiniere che nella mattina di mercoledì si è dimenticato la figlia di 14 mesi in macchina, convinto di averla lasciata all'asilo. La conversazione tra marito e moglie comincia a farsi agitata. "Le maestre dicono che non è mai arrivata. Sandro, dov'è la bambina?", chiede lei con toni duri e preoccupati.
All'uomo non passa per la testa un suo errore. "Ma come? Chi l'ha presa?".
Quella di Stella è l'ennesima storia tragica di una bambina dimenticata in auto e morta sotto il sole. A distanza di qualche mese, purtroppo, arrivano vicende di questo tipo, capaci di squarciare il cuore e aprire una lunga serie di interrogativi, sempre i soliti: come è possibile scordarsi il figlio, credendo di averlo portato all'asilo? Eppure è successo altre volte, e ricapita periodicamente nello stesso tragico modo.
L'uomo è, per il momento, indagato solo per abbandono di minori, ma la sua posizione potrebbe aggravarsi man mano che l'inchiesta procede. Il carabiniere ha spiegato agli inquirenti di "aver avuto un completo blackout. Ero assolutamente convinto di averla lasciata all'asilo. Ho pensato che Stella fosse lì anche quando ho parlato a metà mattina con mia moglie per accordarci su chi andasse a riprenderla".
Buio totale. La mamma della bambina morta in auto ha fornito una versione che coincide con il racconto del marito. Fino a metà pomeriggio, nessun allarme e tutti convinti che la piccola fosse assieme alle maestre.
Da capire ancora le cause del decesso, forse legate al caldo (29° nella giornata di mercoledì). Le indagini proseguono su più fronti: si cerca di capire se l'uomo - che si è addossato ogni responsabilità - stesse vivendo un periodo particolarmente stressante dal punto di vista professionale o personale e - soprattutto - su la vettura della famiglia fosse in possesso del dispositivo anti-abbandono, obbligatorio secondo il Codice della strada.