ROMA – Si intitola “Il mondo al contrario” il libro ‘autoprodotto’ firmato dal generale dell’Esercito italiano Roberto Vannacci, 55 anni. È già in terza posizione della saggistica su Amazon, ma sull’alto ufficiale si è scatenata una bufera politica. Vannacci, che si definisce erede di Giulio Cesare, scrive che in Italia vige una dittatura delle minoranze, che sarebbero i gay, i clandestini, gli animalisti. Parla di “discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze” e sostiene che è in corso “un lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza compresa quella tra etnie, per non chiamarle razze”.
Vannacci ha un curriculum militare di tutto rispetto e una grande esperienza internazionale nell’ambito delle forze speciali – è stato in Somalia, Ruanda, Yemen, Afghanistan, Libia, Russia -. Ha comandato gli Incursori del 9° reggimento Moschin e la Brigata Paracadutisti Folgore. Oggi guida l’Istituto geografico militare.
“Non utilizzate le farneticazioni personali di un Generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate. Il generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”, ha twittato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. E nemmeno l’esercito: “La Forza Armata – si legge in una nota ufficiale - non era a conoscenza dei contenuti espressi nel libro, che non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari. In tal senso l’Esercito si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”.
E lui? “Le critiche non mi disturbano affatto e al ministro Crosetto non replico, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni - ha commentato il generale Vannacci -. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni”.
Ma cosa c’è scritto nel libro incriminato? L’autore premette: “Questo libro vuole provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità (…). Quando gli occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale; quando l'estrema difesa contro il delinquente che ti entra in casa viene messa sotto processo; quando veniamo obbligati ad adottare le più stringenti e costosissime misure antinquinamento, ma i produttori della quasi totalità dei gas climalteranti se ne fregano e prosperano; quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e Famiglie sono costretti ad abbandonarle; quando definirsi padre o madre diventa discriminatorio, scomodo ed esclusivo perché urta con chi padre o madre non è. Molti chiamano questa condizione Civiltà e Progresso. Ecco, questo libro è dedicato a tutti gli altri!”.
Vannacci, in effetti, scrive cose che molti italiani (e non solo) pensano ma non hanno il coraggio di dire: “Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una città in cui un’altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività. I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy”.
Ma nemmeno un ministro come Crosetto, che certamente non è di sinistra, militando in Fratelli d’Italia, ha gradito le sue “farneticazioni”. E il generale si è trovato nella bufera, con richieste di dimissioni e procedimenti disciplinari che fioccano da destra e manca. Ma “Il mondo al contrario” rischia di diventare il bestseller italiano dell’estate.