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Cronaca
12.10.23 - 13:460

Non solo Chiasso, PFAS presenti anche a Sant'Antonino e Caprisca. Ma l'acqua resta potabile

Dopo il comunicato dell'UFAM, arriva quello di DT e DSS. La presenza delle sostanze inquinanti nei due comuni del Sopraceneri è da ricondurre ai materiali utilizzati nella realizzazione della Galleria di base ferroviaria del Ceneri

BELLINZONA - Non solo Chiasso: anche a Capriasca e Sant'Antonino si registra la presenza di PFAS nelle acque sotterranee. Poche ore fa l'UFAM ha reso noto che la stazione di misurazione a sud del Ticino è l'unica a livello svizzero con valori superiori al consentito, subito dopo il DT e il DSS hanno fatto sapere che non è il solo caso dove si sono registrati gli inquinanti. E per i due comuni del Sopraceneri c'è anche la spiegazione.

"In data odierna sono stati pubblicati a livello nazionale due rapporti sulla presenza di sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nelle acque in Svizzera. L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha ricercato le PFAS nelle acque di falda, mentre l’Associazione dei chimici cantonali svizzeri (ACCS) ha investigato la qualità delle acque potabili nella rete di distribuzione. In Ticino è confermata la presenza di PFAS nella falda che alimenta il Pozzo Pra Tiro a Chiasso, dove la qualità dell’acqua distribuita è stata conseguentemente garantita grazie a specifici filtri. La Sezione protezione aria, acqua e suolo (SPAAS) del Dipartimento del territorio e il Laboratorio cantonale del Dipartimento della sanità e della socialità, congiuntamente al Comune di Sant’Antonino e al Comune di Capriasca, informano inoltre che l’analisi condotta dall’ACCS ha evidenziato la presenza di PFAS in due campioni di acqua potabile ticinesi, segnatamente dei Comuni di Capriasca e di Sant’Antonino. Le due falde erano già oggetto di monitoraggio da parte dei rispettivi Comuni, a seguito del rilevamento delle sostanze nell’ambito di una campagna analitica promossa dalla SPAAS sulle acque di drenaggio di depositi e discariche. La presenza di PFAS è riconducibile a materiali utilizzati nella realizzazione della Galleria di base ferroviaria del Ceneri", si legge infatti.

Non si tratta però di novità: "A livello cantonale i primi ritrovamenti delle PFAS erano già emersi a seguito di campagne analitiche promosse dalla SPAAS. La contaminazione della falda che alimenta il pozzo Pra Tiro a Chiasso è nota dal 2020 e tutt’ora oggetto di indagine da parte del Ministero pubblico. Grazie agli sforzi messi in campo dall’Azienda Acqua Gas Elettricità (AGE) di Chiasso, le PFAS sono abbattute attraverso appositi filtri a carbone attivo, garantendo così la qualità dell’acqua potabile distribuita in rete.".

"La campagna dell’ACCS evidenzia invece la presenza di PFAS nell’acqua potabile emunta dal pozzo Pezza e dal pozzo Boschetti di proprietà dei Comuni di Capriasca e Sant’Antonino. Anche questo risultato era emerso inizialmente a partire da una campagna analitica promossa dalla SPAAS, volta a verificare le concentrazioni di PFAS all’interno delle acque sotterranee e/o di drenaggio delle discariche e dei depositi di materiale. I rilievi effettuati dapprima presso il deposito ex AlpTransit di Sigirino prima e in seguito al portale nord (in zona Vigana) della Galleria di base del Ceneri, unitamente ad altre indagini, hanno permesso di stabilire che almeno una tipologia di materiale da costruzione utilizzata nella realizzazione dell’opera è all’origine della presenza di PFAS nell’acqua che fuoriesce dai due versanti del tunnel", continua il comunicato.

Come ci si sta muovendo? "I risultati sono stati man mano condivisi con gli interessati, in particolare il Laboratorio cantonale, il gestore dell’infrastruttura ferroviaria e i Comuni di Capriasca e Sant’Antonino, che effettuano un monitoraggio dell’acqua potabile in ragione dell’interessamento delle falde di captazione. Le analisi condotte nell’ambito della campagna nazionale svolta dall’ACCS e di cui oggi sono stati resi pubblici i risultati, confermano di fatto le tracce di PFAS su entrambi i siti (pozzo Pezza per Capriasca e pozzo Boschetti per Sant’Antonino)".

Non ci saranno però restrizioni legate alla potalbilità dell'acqua, come fanno sapere l’USAV e il Laboratorio cantonale, che però "valuteranno comunque possibili misure per ridurre la concentrazione di PFAS nell’acqua potabile. Inoltre il Dipartimento del territorio emanerà una decisione mirata a convogliare gli scarichi di acque contenenti PFAS nei punti critici e ripristinare la situazione, analogamente a quanto fatto per il pozzo Pra Tiro, attraverso una serie di provvedimenti specifici in corso di valutazione. I due Comuni interessati, il Laboratorio cantonale e la SPAAS proseguiranno pure nel monitoraggio ambientale".

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