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Cronaca
15.01.24 - 15:110

Ricattava ragazzine per avere foto e video intimi, (di nuovo) condannato

Un giovane aveva già scontato 66 giorni di carcere, poi una volta riacquisita la libertà ha continuato a adescare minorenni per avere materiale, minacciandole quando decidevano di non inviargliene più. "Sentivo un bisogno sessuale"

MENDRISIO - Nonostante avesse una compagna, sentiva la voglia e il bisogno di vedere e avere a disposizione foto e video intimi di ragazzine giovanissime, per "soddisfare un bisogno puramente personale e sessuale". Quando si spiega ai ragazzini come approcciarsi all'uso del cellulare e a quello del web, si precisa spesso di fare grande attenzione all'invio di materiale che potrebbe farli diventare ricattabili, tra tutti informazioni e foto intime. Un giovane del Mendrisiotto è riuscito, tramite adescamenti con complimenti e poi ricatti, a ottenere immagini e video senza veli di diverse ragazzine minorenni. Era già stato fermato e condannato al carcere, doveva aveva trascorso 66 giorni, che evidentemente non gli sono serviti a comprendere quanto commesso e a cambiare rotta, perchè dopo poco ha iniziato a disertare le sedute psichiatriche e ci è ricascato.

Ora è stato condannato a 36 mesi dei quali 14 da scontare e 22 sospesi condizionalmente per cinque anni per i reati di ripetuta coazione sessuale, in parte tentata, ripetuti atti sessuali con fanciulli, ripetuta coazione, ripetuta pornografia e contravvenzione alla Legge Federale sugli stupefacenti.

Il giovane si fingeva coetaneo delle ragazzine che approcciava e le corteggiava, chiedendo loro foto e video. Quando poi loro si rifiutavano di inviarne altre, le minacciava dicendo che avrebbe divulgato quelle già ricevute, in una spirale di ricatti che lo portava a ottenere sempre nuovo materiale. Le vittime, cui mentiva dicendo di essere interessato a una relazione, quando in realtà aveva già una compagna, avevano tra i 13 e i 16 anni, al massimo 20. 

Ora si dice pentito, "sento vergogna, sono arrabbiato con me stesso e dispiaciuto per le vittime. So che quanto ho fatto le potrebbe segnare a vita e questo mi uccide", sono state le sue parole in aula. Nelle sedute con lo psichiatra sta lavorando per capire che cosa lo facesse agire così. Se la prima volta, dopo il carcere, nulla era cambiato, ora secondo i professionisti che lo seguono pare sulla buona strada, come ha sottolineato anche il giudice. Una volta terminata la pena, però, avrà un’interdizione a vita per lavori a contatto con minorenni e dovrà svolgere, oltre le sedute psichiatriche, anche degli esami costanti del capello e delle urine per controllare che non consumi più alcool e droghe.

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