CHIASSO – “Io non mi vergogno nel combattere il precariato... e deleterie sono le condizioni di lavoro di molti lavoratori!”. È deciso e non ha dubbi, Giorgio Fonio. L’agenzia interinale Pemsa si è scagliata contro quei comuni in cui si è deciso di non permettere che ditte che si servono di lavoratori “prestati” dalle agenzie stesse possano avere accesso agli appalti pubblici.
Sono parole di fuoco, quelle di Pemsa. “Deleterio per non dire vergognoso che politici si permettono di distruggere posti di lavoro! Capisco che si voglia lottare contro la precarizzazione ed è giusto. Ma sterminare il lavoro interinale non crea impiego, anzi! Più studi hanno dimostrato che le agenzie generanno opportunità lavorative, posti che non nascerebbero senza l’ausilio di quest’ultime. È vero che sono spesso degli impieghi di corta durata, ma questi permettano tuttavia a migliaia di persone di rimanere attivi, ai i più giovani di acquisire l’esperienza richiesta, a tanti di ritrovare un posto “fisso”. Perché proibire ad una persona di potere lavorare tramite un’agenzia su un cantiere pubblico? In alternativa cosa accadrà?”, si chiede l’agenzia.
“L’imprenditore rinuncerà semplicemente ad assumere un operaio (perché non dispone del tempo necessario per reclutarlo, perché non ha voglia d’imbattersi in pratiche amministrative, perché dispone di poca visibilità sulle commesse, ...) Chiederà quindi ai suoi lavoratori di prestare più ore! O allora, nel caso in cui il nostro imprenditore decida comunque di arruolare un nuovo collaboratore, cosa ci si vuol far credere? Che come per incanto l’assunzione sarà più duratura? Che un artigiano è più competente di un professionista nella gestione amministrativa delle risorse umane? Con molta probabilità nasceranno in Ticino pratiche che fino ad oggi erano privilegio di paesi più esotici: sviluppo dell’economia parallela, esplosione degli pseudo indipendenti (patroncini) espansione del subappalto (raramente indigeno) e aumento del lavoro su chiamata!”, è la convinzione.
Pemsa parla di isteria e di caccia alle streghe da parte dei politici, in un Ticino che a suo dire è ancora ancorato all’idea del posto fisso. “Siamo nel 21mo secolo, la Svizzera deve sostanzialmente il suo sviluppo grazie a un diritto del lavoro di tipo liberale, lodato e invidiato da molti. Non si può e non si deve imporre proibizioni, mettendo al bando nuovi modelli di lavoro ed opportunità”, concludono.
Fonio, uno dei primi a portare avanti l’idea della proibizione a chi utilizza persone iscritte a agenzie interinali per appalti comunali, non arretra, come si vede dal post.