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24.01.18 - 15:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Continua il botta e risposta. Modenini, "Fonio, quelli sono pseudo imprenditori criminali". Jelmini: "amici dell'economia, proponete voi qualcosa che per voi non violi le norme ma tuteli i lavoratori"

Il presidente di AITI non cambia idea dopo il caso esemplare presentato dal pipidino. "Per gli abusi c'è l'ispettorato del lavoro". Il compagno di partito e di sindacato di Fonio incalza: "l'iniziativa serve a far sì che un informatico non percepisca 4,5 franchi all'ora quando dovrebbe guadagnarne 18"

BELLINZONA – Prosegue il botta e risposta polemico fra chi ha voluto e sostenuto l’iniziativa per il blocco dei permessi in presenza di contratti di lavoro non regolari e il mondo economico.

Dopo l’attacco frontale di Albertoni della Camera di Commercio e soprattutto di Modenini di AITI, Giorgio Fonio ha replicato esponendo un nuovo caso di dumping, ovvero un impiegato d’ufficio del Mendrisiotto che, nonostante il contratto collettivo preveda un minimo di 3'000 franchi, ne guadagna 2'300 da due anni. “Sono queste le situazioni che ci preoccupano”.

E nel post Facebook in molti hanno commentato citando casi di loro conoscenza, di stipendi che definire bassi è un eufemismo.

Ma Modenini non si fa incantare: si tratta di disonesti, non della nroma. ."Esiste un Ispettorato del mercato del lavoro al quale è doveroso segnalare gli abusi che poi saranno sanzionati Questo è il metodo efficace per combattere il dumping salariale, non controlli preventivi a tappeto facilmente aggirabili. Pseudo imprenditori criminali non devono avere cittadinanza in Ticino. Per questo bisogna attivare l'Ispettorato del lavoro che sanziona gli abusi, non introdurre misure inefficaci facilmente aggirabili, che illudono i cittadini per dire che si fa qualcosa".

Il collega di partito e di sindacato di Fonio, Lorenzo Jelmini, ha voluto anch’egli replicare a Camera di Commercio e AITI. “Il Parlamento ha deciso di tutelare i lavoratori e gli imprenditori seri! E voi chi volete tutelare? Davvero incomprensibile la reazione che da parte di chi rappresenta l’economia in questo Cantone, sia in seno al parlamento che nelle associazioni aziendali, a fronte di una semplicissima proposta che chiede di verificare il rispetto delle regole previste nel nostro paese”, scrive.

“Temo che qualcuno non abbia ancora capito che la popolazione non è più disposta a tollerare gli abusi evidenti perpetuati da una piccola minoranza di imprenditori che agiscono sul mercato di lavoro con sprezzo delle regole, unicamente per fini speculativi! Perché è di questo che si sta parlando e non vedo dove sia il problema se a un datore lavoro, che vuole assumere un collaboratore che non risiede in Svizzera, si chieda di indicare e pagare il corretto stipendio previsto per quella determinata funzione”. Insomma, vanno benissimo anche i frontalieri, ma a stipendio regolare.

Mentre “sorprende che i paladini del rispetto delle regole internazionali non mettono in atto la stessa energia per sostenere il rispetto delle regole del nostro mercato del lavoro. Perché sono totalmente d'accordo con loro che non bisogna violare le regole e dunque bisogna sostenere ogni misura atta a evitare la violazione delle regole che tutelano lavoratori e imprenditori seri! E lo si può fare nel rispetto dei trattati internazionali, ponendo semplici correttivi e verificando che al presentazione di una domanda di un permesso di lavoro siano rispettati i contratti collettivi e contratti normali di lavoro. Già, perché, come indica l’iniziativa parlamentare dei colleghi Fonio, Agustoni e Pagani, si vuole evitare che un informatico che per legge deve percepire 18.- franchi all’ora non venga sfruttato con un contratto che ne prevede invece 4,50 franchi all’ora!”.

Infine, Jelmini erivolge un invito “agli amici che rappresentano l’economia e che hanno già dichiarato di voler interporre ricorso, di impegnarsi piuttosto a proporre loro norme che ritengono rispettose dalla libera circolazione ma che nel contempo tutelino davvero i lavoratori e tutti gli imprenditori seri e onesti anziché opporsi a quanto deciso ieri dal Parlamento che vuole colpire chi continua ad approfittarsi di un mercato del lavoro che, purtroppo, lascia al loro troppo spazio per la speculazione. Mi sembra più interessante sostenere chi vuole creare impresa rispettando le regole, non solo quelle della libera circolazione ma anche quella del nostro mercato del lavoro”.
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