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28.11.16 - 12:450
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Il vero vincitore? La strategia energetica 2050

Secondo PPD e PS, il voto di ieri ha confermato come essa debba essere mantenuta ed ha impedito al popolo di votare no. I popolari democratici bacchettano l'UDC, i Verdi sono rammaricati

BELLINZONA - Tre partiti hanno commentato ufficialmente il voto di ieri, dove il popolo svizzero ha detto no ad un'uscita in tempi rapidi dal nucleare (il Ticino ha confermato, col suo voto, l'opinione della maggior parte del paese). Ovviamente rammaricati i Verdi, per cui è stata «un’occasione persa per dare una svolta in un settore chiave per il nostro Paese e per l’economia, con il rischio di accumulare ulteriori ritardi rispetto ai nostri vicini più virtuosi». Sottolineano come «nell’ambito di questa campagna di votazione, quasi la totalità dei partiti ha riconosciuto che la tecnologia nucleare sia pericolosa e che non rappresenti la fonte energetica del futuro. Occorre quindi ora puntare con decisione sulla strategia energetica 2050 affinché le garanzie date da tutti i partiti (ad eccezione dell’UDC) vengano mantenute e l’importazione di energia sporca dall’estero venga impedita». La preoccupazione è per il settore idroelettrico ticinese, che rischia di risentire di questo voto, e i Verdi invitano «le autorità cantonali e federali ad adoperarsi sin da subito per ripensare il settore dell’energia affinché la transizione avvenga con delle scadenze chiare e con delle tappe stabilite»". Soddisfatto invece il PPD, che fa notare come «l'unica alternativa proposta durante la campagna è quella del PPD e porta il nome di Strategia energetica 2050 che il popolo, visto l’esito odierno, ha indirettamente sostenuto. L’impegno del PPD è stato decisivo nell’impedire che il voto si trasformasse in pro o contro il nucleare, mantenendo invece il dibattito sul come uscire da questo tipo di energia. Così facendo si è potuta convincere la maggioranza della popolazione a votare NO. Il popolo svizzero vuole dunque che l’uscita dal nucleare sia veramente programmata – grazie alla Strategia energetica 2050 – e non improvvisata e senza alternative». Per quanto concerne gli altri partiti, i popolari democratici attaccano l'UDC, secondo loro irresponsabile, che «con il suo referendum sul primo pacchetto di misure della Strategia, l’UDC ha rischiato di far approvare l’iniziativa e quindi l’uscita caotica dall’atomo. Un comportamento irresponsabile quello dell’Unione democratica di centro». Ha poi invitato «il PLR ad un maggiore impegno a sostegno della Strategia» e chiesto «a iniziativisti e sinistra di collaborare con spirito costruttivo per la svolta energetica». Il PS dal canto suo non vuole sminuire il fatto che in ogni caso il 46% dei votanti ha «espresso con convinzione che l’abbandono del nucleare va pianificato in tempi brevi e senza compromessi». Ad ogni modo, «questo risultato, sommato al fatto che sia il Consiglio Federale sia gli oppositori all’iniziativa abbiano confermato l’abbandono dal nucleare seppure con una pianificazione differente, è la dimostrazione che la strategia energetica 2050 dev’essere messa in atto così come prevista». Per i socialisti, le centrali nucleari vanno spente (e il vecchio reattore di Beznau I non va riacceso), mentre vanno incoraggiate l'efficienza energetica e la produzione di energie rinnovabili.
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