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03.02.17 - 19:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

«Misure placebo. La soluzione all'inquinamento deve venire con accordi a livello continentale»

Renato Gazzola del TCS boccia le misure anti smog. «Ridurre la velocità serve a poco. Bisognava chiudere le fabbriche, ma non sono le industrie ticinesi a risolvere un problema che è antmosferico». E sul rally...

BELLINZONA - Le misure anti smog sono state revocate dopo l'arrivo della tanto attesa pioggia. Sono davvero servite? I Verdi, per esempio, sono insorti, chiedendo che vengano mantenute. ne abbiamo parlato col portavoce del Touring Club Svizzero, Renato Gazzola.Secondo lei, queste misure sono servite a qualcosa?«Non dico nulla di nuovo, lo sostiene anche Claudio Zali: sono misure che servono a sensibilizzare la gente ma non hanno un'efficacia propria sull'ambiente, sono una sorta di placebo. Da uno studio recente dell'Università di Berna è stato provato che la differenza fra 80 e 120 chilometri all'ora per quanto riguarda il particolato i risultati sono deludenti, la riduzione della velocità non è particolarmente utile. La Polizia sui diesel, per esempio, non ha nemmeno fatto controlli, perché nella maggior parte dei casi sono furgoni di piccoli artigiani. Non possiamo fare i conti nelle loro tasche, dicendo che devono cambiare veicoli». Concorda sul fatto che alcune auto, pensate per essere veloci, se limitate nella velocità inquinano ancor di più?«Il problema è che sono misure che non possono escludere un veicolo o l'altro, per una questione di proporzionalità. Anche l'auto elettrica ha dovuto rispettare gli 80 chilometri all'ora, pur non emettendo polveri fini. Esse, in fondo, sono date non solo dalla combustione dei carburanti ma anche dal rotolamento, dai treni, dalla messa in sospensione delle polveri depositate sulle strade. Si tratta di problemi atmosferici che finché non riusciamo a governare il tempo ci saranno sempre. D'inverno l'inversione termica provoca le polveri fini, d'estate c'è l'ozono, dovuto all'eccessiva insolazione. Ci troviamo incuneati nella regione più inquinata d'Europa e ne subiamo le conseguenze». I Verdi sono contrari alla revoca delle misure, lei ritiene sia stato giusto toglierle?«Sì, il problema si è risolto sino al prossimo periodo di siccità. I verdi addirittura hanno chiesto la chiusura delle scuole, non so che cosa volevano ottenere. Oltretutto, queste misure hanno toccato fisicamente il traffico stradale, ma per gli altri inquinatori ci si è limitati a dire di abbassare i riscaldamenti. Sappiamo che per un buon 40% le polveri fini vengono emesse dalle industrie, dai lavori manuali, dall'agricoltura, e lì non si tocca assolutamente niente». Servirebbero misure anche per questi campi, allora?strong> «Bisognerebbe chiudere le fabbriche, così avremmo ottenuto qualcosa di più. Ma non è il parco di fabbriche del Ticino, a poter contrastare le polveri fini che la Lombardia emette giornalmente. Le soluzioni si troveranno solo con accordi internazionali a livello continentale, è normale che noi possiamo fare tutto ciò che vogliamo ma basta un po' di vento per vederci arrivare di tutto dalla Lombardia. Di questo sono convinti anche i politici che hanno promosso queste norme, lo fanno più che altro per motivo politico, per far vedere che fanno qualcosa. Non sono i 50 chilometri da Rivera a Chiasso che risolvono le problematiche d'Europa... Fa specie che per mettere in atto queste misure si sono spesi 60mila franchi al giorno che potevano essere impiegati meglio e per degli scopi più proficui». Tocca il tema del traporto pubblico, che ruolo ha nel tema inquinamento?«Qualche auto in meno ci sarebbe sulle strade se si facesse una volta tanto un piano per il trasporto pubblico che tocchi tutte le regioni, non solo alcune. Saremo comunque sempre dipendenti dal mezzo privato, basti pensare che i treni sono pieni magari dalle 7 alle 9 poi più, e chi deve fare delle consegne o dei lavori è obbligato a usare il mezzo privato».I Verdi sono contrari anche al rally del Ticino. Può fare realmente la differenza?«Il rally si svolge in due giorni. Ora c'è una certa attenzione al Mendrisiotto, tutto ciò che si fa pare contro questa regione. La Polizia controllerà prima della gara gli scarichi delle auto, addirittura i loro rumori, quindi praticamente sono solo veicoli che viaggiano un po' più forte... Un domani non potremo più far nulla, in Ticino».
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