Politica
09.08.17 - 15:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Torna alla carica il PS, "caro Modenini, ecco perché i casi di Neuchâtel e del Ticino sono simili. La sentenza fa giurisprudenza. Per quanto riguarda i costi della vita..."
Prosegue la discussione a suon di botta e risposta sul salario minimo. "Chi si oppone alle proposte per ridurre affitti e premi di cassa malati? Le prestazioni sociali dello Stato equivalgono a 3'750 franchi, dunque un salario inferiore non è accettabile"
BELLINZONA - Che i salari minimi siano un tema importantissimo e che fa discutere si sapeva, dopo la sentenza del Tribunale Federale in merito al caso di Neuchâtel si è scatenato un vero e proprio dibattito a colpi di botta e risposta che sta animando social e media da alcuni giorni.
In prima fila, come prevedibile, il Partito Socialista (oltre ai Verdi, promotori di "Salviamo il lavoro il Ticino"), e il padronato, con le voci di Regazzi e Modenini dell'AITI (quest'ultimo ci ha anche scritto per puntualizzare alcuni aspetti di uno sfogo di Michela Delcò Petralli di ieri, vedi suggeriti).
A Modenini, e a quanto affermato ieri, ha voluto ribattere il PS, tramite una lunga nota in Facebook, articolata in otto punti, che riportiamo:
"Siamo stati di nuovo costretti a leggere un'opinione a proposito della sentenza del Tribunale federale (TF) sul salario minimo a Neuchâtel, questa volta a firma di Stefano Modenini, direttore di AITI. Un articolo in cui regnano inesattezze e clamorose 'dimenticanze'. Chiariamo e mettiamo i puntini sulle i, a scanso di equivoci e di future opinioni poco benintenzionate (per non dire in malafede)", inizia.
Dunque, otto punti. Eccoli.
"1. A Neuchâtel il Gran Consiglio ha deciso per un salario minimo di 20 franchi l'ora per concretizzare l'iniziativa accettata nel 2011 e che Stefano Modenini, nel suo pezzo, non ha citato
2. Accordo tra le parti sociali a Neuchâtel? Solo in un primo tempo poiché sono proprio padronato e associazioni dell'economia che hanno inoltrato ricorso al TF contro la decisione del Gran Consiglio
3. L'iniziativa di Neuchâtel differente da quella del Ticino? Rileggiamo il testo votato dai romandi e introdotto nella loro costituzione: art. 34, Salario minimo "Lo Stato definisce un salario minimo cantonale in ogni settore dell'economia, tenendo conto dei differenti settori e delle relative convenzioni collettive, affinché ogni persona che eserciti un lavoro salariato possa disporre di un salario che le garantisca delle condizioni di vita decenti". Anche a Neuchâtel si parla di settori, ma l'accordo ha previsto un salario minimo generale di 20 franchi l'ora (contestato da padronato e associazioni economiche)
4. La sentenza del TF dà il via libera a Neuchâtel ed è un'evidenza dire che tratta di quel caso. Ma fa giurisprudenza in tutta la Svizzera (è il TF che sancisce) è chiara e afferma: "L'aide matérielle est donc subsidiaire par rapport au revenu que les personnes concernées peuvent se procurer par leurs propres moyens en exerçant une activité lucrative. Cela suppose toutefois que les personnes exerçant une activité lucrative à plein temps perçoivent un revenu qui leur suffit pour vivre. L'art. 41 al. 1 let. d Cst. énonce en outre comme but social que la Confédération et les cantons s'engagent à ce que toutes les personnes capables de travailler puissent assurer leur entretien par un travail qu'elles exercent dans des conditions équitables. (dobbiamo tradurre o basta così?)
5. Così come il TF cita il reddito determinante delle prestazioni complementari AVS/AI per affermare che 20 chf l'ora è un salario equo e minimo (misura sociale e non economica), in Ticino le prestazioni sociali di base per un'economia domestica media equivalgono a 3'750 franchi: che lo Stato possa riconoscere la legalità a un salario minimo inferiore non è accettabile
6. Sulla tutela dell'economia onesta e sana contro chi ne abusa, consigliamo, la lettura del seguente passaggio "Perché gli abusi danneggiano tutti? Proprio così, chi agisce scorrettamente opera una concorrenza sleale. L'onesto va tutelato" (intervista a Igor Righini, di Aldo Bertagni, La Regione 18 febbraio '17)
7. Sulla questione dell'economia a più valore aggiunto in Ticino, ricordiamo che viene citata in "Canton Ticino – Struttura e prospettive" : un documento che in più non è di sinistra, ma che è stato pubblicato dal Crédit Suisse.
8. Costi della vita: quali sono i più importanti e quelli che più riducono il reddito disponibile delle economie domestiche? Affitto e premi cassa malati. E che si oppone sistematicamente alle nostre proposte per ridurre questi costi? I nostri avversari politici, rappresentanti -in politica- degli stessi interessi che rappresenta da Stefano Modenini. .".
Riassumendo, non è stato il Tribunale di per sé a legiferare, ma lo ha fatto in quanto chiamato in causa da un ricorso. Quanto deciso non è automaticamente valido per tutti i Canton però fa giurisprudenza, ovvero in caso di necessità di creare una legge su qualcosa di simile, deve essere la base. Il PS da sempre insiste sulla cifra dei 3'750 franchi, e ancora una volta ha ribadito come mai: è il salario basilare, a suo avviso, per non dover ricorrere agli aiuti sociali.
L'ultimo punto è una stoccata al padronato, colpevole per i socialisti di non fare nulla per abbassare determinati costi, anzi.