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Politica
19.09.17 - 09:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Il duro attacco di Caratti, "Dadò, perfino Caverzasio ti potrà rinfacciare le cene. Il che è tutto dire. La Lega ha gioco facile nel tiro al piccione"

Editoriale di fuoco di ieri del direttore de La Regione. "Queste triangolazioni da agenzia viaggi non devono esistere: ci si chiede poi come mai la politica abbia perso credibilità. E lui non si rende conto che la questione è grave. Ditemi perché per la funzionaria non c'è reato"

BELLINZONA – Ad attaccare, pesantemente, Fiorenzo Dadò ed anche Daniele Caverzasio, in un durissimo editoriale di critica alla politica attuale, è Matteo Caratti, direttore della Regione, sul giornale di ieri.

Parte ovviamente dalla storia delle due cene nell’hotel a Bormio, “pagata da una ditta privata, che si occupa pure lei di rifugiati. Si ricorderà, per inciso, che quella ditta (Argo 1) ha beneficiato qualche tempo prima di un mandato diretto da parte del Cantone, mandato poi proseguito (in violazione delle leggi) senza pubblico concorso per diversi anni”.

Lo lascio allibito il fatto che “il politico, con la cena offerta in quel di Bormio, non si accorga che la questione è grave. E a più livelli. Gli rinfreschiamo quindi la memoria”.

Prima di tutto, Caratti gli contesta l’affermazione di non essere stato a quei tempi un politico di spicco: era deputato, “rappresentante di uno dei poteri dello Stato, quello legislativo, chiamato, se del caso, anche a indagare su simili fattispecie”, oltretutto del partito di Paolo Beltraminelli che ha assegnato il mandato alla Argo 1 (ma, appunto, a quei tempi nessuno sapeva al di fuori del DSS, e non si capisce bene neppure chi ne fosse a conoscenza all’interno, dell’irregolarità del mandato).

“C’è poi, sempre a nostro modesto parere, un problema amministrativo, perché speriamo che in questo Paese i cittadini osino ancora indignarsi se ai funzionari vengono riservati soggiorni e offerte cene”, prosegue Caratti, convinto che Argo 1 abbia avuto un interesse nell’offrire le cene alla donna.

“Queste triangolazioni da ‘agenzia viaggi’ con cenette non devono esistere. Punto. Poi ci si chiede come mai la politica abbia perso credibilità e come mai certa politica (leghista in particolare) abbia gioco facile nel tiro al piccione. Perché si trova servite su di un piatto d’argento simili arrampicate”, attacca poi. “Se Dadò deciderà di rimanere al suo posto, dovrà mettere in conto che questa vicenda lo ha trasformato in un’anatra zoppa. D’ora innanzi impossibile per lui fare una polemica”.

Glielo potrà rinfacciare, afferma, perfino Caverzasio: e qui, seppur dal confronto per Caratti esca in modo positivo, c’è una stoccata anche per lui, “che ha appena lasciato il CdA dell'EOC, mantenendo stretta la carica di capogruppo, per evitare che lo chiamassero a chiarire maggiormente la sua posizione. Il che è tutto dire”.

Infine, conclude, “il problema lo ripetiamo è di credibilità delle istituzioni. Quindi parlamento e governo dicano finalmente ai cittadini se un simile andazzo è tollerabile nell’amministrazione. Basta cincischiare! E la procura spieghi perché per la funzionaria non c’è un reato penale”.

Un attacco a muso duro, contro le istituzioni e i casi che a suo dire le stanno minando.
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