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03.11.17 - 11:090
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

"Se fossi Beltraminelli, mi sarei già dimesso". Il promotore di Ti aspetto fuori, "i politici esistono perchè ci sono i cittadini. Argo rivelatore di ciò che succede in Governo"

Michel Venturelli pronto a manifestare pacificamente dopo i lavori del Gran Consiglio. "Siamo in un'epoca con poche risorse e grandi problemi: servono persone preparate, invece i mediocri entrano troppo facilmente in Parlamento e Governo. Chi sbaglia dovrebbe passare alla cassa"

BELLINZONA – Pronti ad aspettare i politici dopo il lavori del Gran Consiglio, alle 18, per guardarli negli occhi. Solo questo: nessuna parola, solo silenzio. “Noi siamo i cittadini che vi abbiamo eletto e siamo qui”, è il messaggio che deve passare.

Michel Venturelli è fra gli organizzatori di “Ti aspetto fuori”, un’azione nata dai messaggi di utenti arrabbiati di Facebook. A Venturelli abbiamo chiesto che cosa si aspetta dalla manifestazione e di come vede, da elettore, la politica attuale.

Come mai è nata questa iniziativa? Non volete nemmeno parlare coi politici...
“Semplicemente li guarderemo passare. Questa gente deve rendersi conto che non sta gestendo una cosa sua, bensì roba nostra, dunque sarebbe corretto farlo conformemente a ciò che c’è nei suoi mandati.”.

Cosa vi aspettate dai politici? Che vengano a parlare?
“Non ho aspettative particolari, desidero solo dire chiaramente, in particolare ai responsabili dei dicasteri che hanno gestito il caso Argo 1,  che il loro modo di gestire la cosa pubblica tradisce le legittime aspettative dei cittadini.  Visto che gli eletti non riescono a farglielo capire neppure con gli strumenti a loro disposizione, glielo comunicheremo anche noi a modo nostro.”

Dunque secondo lei non lo hanno capito?
“Non so cosa hanno capito loro, non sono nella loro testa, ma se fossi Paolo Beltraminelli avrei dato le dimissioni qualche mese fa. Se invece fosse un mio impiegato lo avrei licenziato da un pezzo, come farebbe qualunque datore di lavoro coscienzioso che cura i propri interessi e quelli della sua ditta e dei propri impiegati”.

Allora una reazione se la attende…
“Mi aspetto che il signor Beltraminelli faccia le dovute considerazioni e se ne vada. Se lui non lo capisce e il suo partito non è in grado di farglielo capire credo che sia corretto, in qualità di cittadino, dare agli altri cittadini la possibilità di venire in piazza a dirglielo.  Se quelli che scrivono sulle bacheche verranno alla manifestazione avranno la possibilità di passare dal virtuale al reale. Non è poco.”.

Lei rappresenta i cittadini... Tutti?
“Io rappresento solo quei cittadini che si sentono rappresentati da me. Non è un’azione politica. Facciamo semplicemente da catalizzatore dando un’appuntamento a quei cittadini che sono stufi di beltragiravolte e beltracapriole. Gli eletti, dunque anche Beltraminelli,  sono lì perché ci siamo noi, non il contrario. E questo ad alcuni dev’essere sfuggito”.

Se ci fosse poca gente, non si rischierebbe l’effetto boomerang? Ovvero che si creda che in realtà di insoddisfatti ce ne siano pochi?
“Consideriamo che fior di partiti politici organizzano eventi al sabato, annunciati con un mese di anticipo e con un battage pubblicitario importante, e si trovano con 500 persone in piazza. Lo so, il rischio è grosso. Però il 6 novembre Beltraminelli risponderà ai quesiti di PS e MPS e dubito che il Parlamento voglia rimandare la trattanda per il prossimo sabato soleggiato. Sarà interessante andare ad ascoltare le sue risposte tra il pubblico del Gran Consiglio. Possono venire tutti prima di venire in piazza a manifestare”.

Avete scritto che per più di 3 anni i politici non pensano al popolo, cioè quando non sono in campagna elettorale. Parlate in generale o del caso Argo 1 in particolare?
“Col caso Argo è evidente che la faccenda sia stata gestita in maniera dilettantesca. Beltraminelli continua a dire che sono tutti onesti. Se è vero è altrettanto vero che tra i suoi funzionari dirigenti non ce n’è molti di intelligenti, il che non è una consolazione per noi cittadini”

Ma Beltraminelli non è l’unico ad aver gestito il caso Argo...
“No: Vitta paga le fatture e Gobbi non si accorge che nel campo della sicurezza le cose a Camorino non quadrano. Ci sono dentro in tre”.

Cosa nasconde, a suo avviso, il caso Argo?
“Il caso Argo potrebbe essere un rivelatore di quello che ogni tanto succede in Governo, ma che il Governo stesso ci nasconde; a noi: i suoi datori di lavoro. Non è la prima volta che mi trovo confrontato a casi kafkiani provenienti dall’amministrazione cantonale. In precedenza mi sono occupato di prostituzione e ricordo che a un certo punto mi sono accorto che la polizia applicava una legge degli stranieri che non esisteva.  Il mal andazzo è andato avanti per anni e alla fine, con grande imbarazzo di tutti, ce ne siamo accorti il signor Libero Malandra, allora a capo dell’ufficio mano d’opera estera, ed io. Sembrava una barzelletta! Più recente? Prendiamo il caso del compostaggio dei rifiuti vegetali; un paio di settimane fa i cittadini hanno appreso che oltre la metà degli impianti di compostaggio indicati dalla lista cantonale non sono a norma di legge. E il mal andazzo è finito sotto gli occhi di tutti perché il Municipio di Locarno, il Consiglio di Stato e il Tribunale amministrativo si sono fatti redarguire dal Tribunale Federale. E anche qui la cosa va avanti, perché sta andando avant, da anni. Questa gente non conosce il significato della parola vergogna.

Ma la colpa è dei singoli Consiglieri di Stato, oppure è il sistema politico che non funziona?
“Oggi abbiamo pochissime risorse e grandissimi problemi. Problemi che per essere risolti dovrebbero essere gestiti da persone estremamente preparate. Però oggi abbiamo due tipi di candidati: i grandi professionisti e i mediocri; questi ultimi si propongono perché non hanno capito quali sono le vere problematiche e la mia impressione è che i secondi oggi abbiano troppe possibilità di arrivare in Gran Consiglio e, soprattutto in Consiglio di Stato. E di questa situazione sono responsabili tutti i partiti di Governo.

I granconsiglieri invece come li giudica?
“Non sono qui per giudicare nessuno, ma dai partiti mi aspetto che propongano delle persone in grado di occuparsi delle problematiche in modo efficace. Se poi hanno il tempo di cincischiare su Facebook va bene lo stesso, basta che sappiano anche fare il loro lavoro. E se non lo sanno fare dovrebbe valere il principio della responsabilità personale: se fai danni passi alla cassa. E questo, oltre un certo limite, dovrebbe valere anche per i funzionari. In sintesi, come cittadino mi piacerebbe che gli eletti si occupino di noi e che si curino dei nostri interessi; non è normale che per ricordarglielo dobbiamo aspettarli fuori". 

Per maggiori informazioni: http://www.facebook.com/Taspettofuori/
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