Politica
29.04.18 - 13:190
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Pochi votanti, poco scarto: la riforma fiscale porta alle urne solo 70mila ticinesi, il sì vince con 193 schede in più
Risultato tiratissimo, col 50,1% del 32% dei ticinesi che si è recato alle urne che opta per il sì, e il 49,9% che sceglie il no. Numeri comunque bassi che devono far riflettere. Fra i Comuni più importanti, Lugano e Mendrisio dicono sì, contrari bellinzonesi, locarnesi e chiassesi
BELLINZONA – La riforma fiscale passa, per il rotto della cuffia ma… in tempi record. Pochi minuti dopo le 13, gli spogli sono già terminati in tutti i Comuni ticinesi. Se di solito ci vuole quanto meno un’ora in più, l’esiguo numero di votanti ha velocizzato le operazioni. Si diceva che il tema interessava poco, ed è ancora un eufemismo, perché hanno votato solo il 32% dei votanti.
Una debacle sicuramente per chi ha promosso il referendum, per il diritto di voto in generale, su un argomento comunque importante.
In ogni caso, il sì vince col 50,1%, mentre il 49.9% dice no: inutile aggiungere che altra gente alle urne avrebbe potuto fare la differenza, ormai è troppo tardi. Lo scarto è di 193 schede, su poco più di 70mila votanti. Se non sono numeri da record negativo, di certo poco ci manca.
Dunque, la sinistra e i sindacati perdono, esultano i partiti storici, anche se per le forze in ballo, decisamente più importanti numericamente per il sì, il risultato non è dei più rassicuranti.
Dando un’occhiata alle città principali, a Bellinzona il no ha vinto abbastanza nettamente, col 57,37% (ha votato il 32% della popolazione), percentuali simili a Locarno (57,05% di no), a Chiasso vince di nuovo il no ma con meno scarto (52,55%), abbastanza netto il sì a Lugano (col 55,73% del 33,44% che si è recato alle urne), e a Mendrisio (53,12% di favorevoli).
Salve, dunque, anche le misure sociali previste dalla riforma che in Gran Consiglio era stata votata come legata.