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Politica
30.04.18 - 12:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

PS, Righini, "la frattura è stata ricomposta alla conferenza cantonale". Bertoli, "da lì non ho più detto niente, ma senza la mia mediazione e quella del gruppo le misure sociali non sarebbero quelle"

Vinti o vincitori? La spaccatura interna avrà ripercussioni? Per il presidente, "il nostro gruppo ha agito nel rispetto di un patto di Governo e parlamentare ma nessuno gradiva gli sgravi". Sirica, "hanno vinto ricatto e escamotage. Mi viene da piangere, ma vedo che quel che stiamo facendo è giusto"

BELLINZONA – Il PS vince o perde in merito alla votazione sugli sgravi fiscali? E soprattutto, ci saranno delle ripercussioni sul partito? Difficile dirlo ora, i commenti dei protagonisti smentiscono fratture.

“L’esito della votazione di oggi sulla Riforma fiscale, con una limitatissima differenza tra voti favorevoli e contrari, dimostra che il patto stretto a livello istituzionale non è corrisposto da un largo consenso popolare. Il Cantone è spaccato in due dimostrando che non c’è un patto sociale a sostegno della Riforma promossa dal Governo e votata dal Parlamento a larga maggioranza. Il Partito Socialista esprime rammarico per un risultato a cui è mancata solo una manciata di voti per impedire di concedere più di 52 milioni di sgravi fiscali alle persone particolarmente facoltose e alle grandi aziende, ma è cosciente che il 49,9% va al di là della forza elettorale dell’area politica rosso-verde”, si legge nel comunicato inviato in redazione. Un partito spaccato come il PS, su questo tema.

“In questo caso non c’è stata una divisione, ma un dibattito chiaro e pulito. E in prospettiva vedo dei temi importanti, i salari minimi in primis, che permetteranno al PS e a Manuele Bertoli di agire insieme e consolidare il partito”, afferma al Corriere del Ticino il presidente Igor Righini, dopo essersi lasciato scappare che “il nostro gruppo ha agito nel rispetto di un patto di Governo e parlamentare, cercando di ottimizzare la parte sociale e non mettendo il becco sul piano fiscale. Questa cosa non ci è piaciuta, ma loro stessi (ovvero Manuele Bertoli e la maggior parte del gruppo parlamentare, ndr) alla nostra conferenza cantonale avevano ammesso di non gradire il pacchetto di sgravi”. Aggiunge, a La Regione, che la frattura è stata ricomposta a quella famosa conferenza.

E Bertoli? “In quell’occasione la discussione diede un risultato molto chiaro, e io da quel momento non sono più intervenuto su questo tema per rispetto di quel voto”. Pur, è evidente, non condividendolo.
Rimane convinto che se la sinistra avesse puntato solo sulle misure sociali, “non avrebbe ottenuto nulla”. Anzi, “senza la ma mediazione in Governo e quella del gruppo socialista in Gran Consiglio, essa non sarebbe quella che partirà adesso”.

Fra i più convinti oppositori agli sgravi c’era il vicepresidente Fabrizio Sirica, che su Facebook ha commentato a caldo. “Ha vinto il ricatto. Ha vinto “l’escamotage” che ha portato molti contrari agli sgravi a votare SÌ per avere le misure sociali: ha vinto il raggiro della costituzione. Ha “vinto” chi ha tradito certi valori della sinistra (o meglio, ha fatto vincere). Hanno vinto i super ricchi. Questa è la mia prima sensazione, questo è quello che sento dopo aver dedicato ogni giorno, da 6 mesi a questa parte, tempo, energie e speranze in questa campagna. Mi vien quasi da piangere. Ma poi ci ripenso.. e vedo che al di là di tutto quel che stiamo facendo è giusto. Oggi è la conferma che se la sinistra fa quel che deve, se la sinistra difende e organizza chi oggi ha perso, dalla crisi può nascere un’opportunità. Tutto il tempo passato a discutere in piazza, a dar volantini, a raccogliere firme, a dibattere all’interno e fuori dal partito, ad avvicinare le persone alla politica, non è una sconfitta, non è tempo perso. È la strada giusta”. Della situazione interna al partito, non una parola.

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