BELLINZONA – L’MPS si sente sotto tiro. Il caso rimborsi ha avuto sviluppi giudiziari: stamattina è venuta alla luce la denuncia di quattro Consiglieri di Stato contro Matteo Pronzini, mentre ieri era emerso che la commissione della gestione vuole indagare per sapere il responsabile della fuga di notizie sulla questione dei rimborsi illegittimi dei consiglieri di Stato.
E io Movimento per il Socialismo si indigna. “Di cosa si tratta? Di una perizia redatta già nel mese di maggio dal giurista del Consiglio di Stato. Una perizia che, in sostanza, conclude che, in effetti la richiesta di restituzione del maltolto presentata da Matteo Pronzini è, dal punto di vista giuridico, assolutamente legittima. A questo punto l’unica domanda seria che ci si può porre è la seguente? Per quale ragione questa perizia giuridica che giudica di fatto legittimo il fatto che chi ha ricevuto indebitamente delle prestazioni le debba restituire non viene portata alla conoscenza dei cittadini e delle cittadine direttamente da chi l’ha commissionata, cioè quella commissione delle gestione formata, si dice, da “rappresentanti” del popolo?”, scrive Pino Sergi.
“È una perizia che appartiene a tutti i cittadini e le cittadine; è stata pagata con le imposte versate da loro; riguarda qualcosa che attiene ad un comportamento non troppo corretto e cristallino dei propri governanti?”, prosegue.
Ma la commissione vuole capire chi è la “talpa”. “E, allora, in cosa consisterebbe il problema? Forse nella difesa della cosiddetta privacy? In realtà in questa vicenda vi è un interesse pubblico assoluto: quello di sapere se i comportamenti dei governanti, su una questione precisa come quella dei rimborsi spese, siano stati conformi alle disposizioni di legge. Ora i soliti parlamentari amici degli amici, intrallazzatori di prima categoria, vogliono sapere chi ha fatto circolare questa perizia. Naturalmente solo perché a pubblicarla integralmente è stato il sito dell’MPS. Tanto interesse a conoscere la fonte della fuga non c’è, evidentemente, quando sono gli stessi personaggi, membri delle varie commissioni, a fornire documenti considerati riservati ai giornali amici, che li pubblicano senza batter ciglio”.
“L’obiettivo di questo comportamento è chiaro”, secondo l’MPS: “cercare di far pressione contro il deputato dell’MPS Matteo Pronzini e contro l’MPS, rei di aver denunciato il malandazzo. È ormai la linea sulla quale sono attestati tutti i maggiori partiti, a livello cantonale come a livello comunale (basti pensare alle denunce con le quali si spera di fermare la nostra azione sulla vicenda ABAD a Bellinzona). Che dire? Vergogna!”.
Anche la querela, per Pronzini, è un metodo di pressione. Ma non è per nulla preoccupato. “È un tentativo, miserabile, di mettere un bavaglio ad una opposizione e che non si prostra davanti ai diktat del Governo. E non solo su questioni di carattere politico, ma anche su temi che hanno una rilevanza etica fondamentale e attengono al rispetto delle leggi che, per primi, i membri del Governo dovrebbero praticare. I querelanti dimostrano di avere lo spessore istituzionale della carta velina. Il rispetto della legalità non è forse una questione importante? Strano modo di riflettere da parte dei paladini della democrazia liberale".