di Andrea Genola*
La LIA è stata abrogata e mi si chiede se sono contento della vittoria. Non capisco perché, abbiamo speso milioni per ribadire che la legalità e il rispetto delle libertà sono garantite dalla nostra Costituzione.
Io pensavo fosse scontato!
Comunque ieri si è stabilito che anche i parlamentari devono rispettare le leggi, come lo devono fare gli artigiani che però il parlamento lo vogliono solo imbiancare.
Tralascio le polemiche che a un artigiano che vive di quello che produce interessano poco.
Mi aspetto che il sito della LIA venga immediatamente oscurato perché pubblicizza circa 1000 aziende estere che sono ben felici di entrare in Ticino a fare concorrenza ai ticinesi: è da sciocchi continuare a far loro pubblicità. Non entro nel merito di quanto detto in parlamento perché i documenti restano, dunque verità e bugie sono lì ben custodite.
Riguardo a una LIA bis è chiaro a tutti che di leggi e burocrazia ce ne sono già troppe, non a caso un mese fa proprio il parlamento ha votato per sfoltirle.
Se si trovasse uno strumento poco oneroso e utile al Ticino e non solo a pochi intimi ben venga: lo sosterrò. Pensare di farlo senza coinvolgere seriamente la maggioranza degli artigiani (55,2% con meno di 3 dipendenti e 80% con meno di 5) è un’impostazione sbagliatissima, se la LIA bis fosse irrispettosa e non considerasse l’artigianato vero, corretto, quello che sa fare bene come le grosse imprese se non meglio. Quell’artigianato che alcuni vogliono combattere non facendo meglio ma soffocandolo con la carta, saremo costretti a inoltrare da subito ricorso onde evitare di sprecare milioni di franchi ticinesi.
Una cosa dalla LIA gli artigiani l’hanno imparata: è meglio rivolgersi immediatamente ai tribunali che confidare nell’ascolto o nel buon senso di chi dovrebbe rappresentarci, perché un nuovo albo non è una priorità del mercato ticinese.
P.S.: prima fate funzionare quanto già esiste e paghiamo profumatamente..
*artigianato e promotore della raccolta firme per abolire la LIA