CASTIONE – Tre profili nuovi, la prova che il partito, a suo avviso, è attraente. Voglia di rinnovamento? Lo diranno gli elettori. Fiorenzo Dadò parla al Corriere del Ticino all’indomani del Comitato di Castione, orgoglioso del suo PPD: “ha svolto un esercizio democratico e di trasparenza che non ha precedenti in nessun altro partito, permettendo a tutti, compreso il sottoscritto, di esprimersi liberamente senza alcun condizionamento”.
“Sarebbe da ingenui leggere in modo semplicistico la classifica dei risultati personali di fronte ad un comitato di partito con lo stesso metro con il quale si leggono i risultati elettorali nelle votazioni”, spiega.
Allora, il quarto posto di Beltraminelli? “Anche in questo caso non sono molto sorpreso. L’analisi del voto di Beltraminelli è un po’ più complessa di quanto si possa pensare o far credere. Paolo nel 2011 è stato eletto consigliere di Stato non tanto con i voti del PPD che gli avevano preferito Giovanni Jelmini, ma con un forte sostegno trasversale e del Luganese dove abita. Oggi le cose non credo siano cambiate di molto, quindi la competizione tra i candidati risulterà interessante”.
Sostanzialmente, dunque, fa capure che la riconferma di Beltraminelli dipenderà dagli elettori di altri partiti, e che la palla per il gol ce l’ha il Luganese.
Ma a lui sarebbe piaciuto essere in lista? “Non nego che c’è chi mi avrebbe visto bene in lista, credendo forse che la mia presenza avrebbe aggiunto un po’ di pepe alla contesa elettorale. Se non fossi stato il presidente del partito non avrei avuto difficoltà ad accettare una candidatura, ma quando assumi delle responsabilità di questo tipo, ci sono altre priorità”.
Per quanto concerne la campagna, non vuole slogan e feste (riferimento alla Lega, che organizza spesso pranzi molto riusciti, con tanta gente?) ma temi concreti.