LUGANO – Boris Bignasca fa marcia indietro e firma il rapporto di minoranza: non solo 3'000 franchi da restituire nel caso rimborsopoli, bensì le somme telefoniche incassate negli ultimi cinque anni. Dopo il botta e risposta tra il Mattino, che aveva accusato i membri della Gestione di aver preparato un rapporto all’acqua di rose, facendo finire tutti in (quasi) niente, Dadò e Bang si erano ribellati, precisando che anche i commissari leghisti presenti in Commissione hanno firmato quel rapporto tanto contestato.
E Bignasca, a sorpresa, si allinea con il presidente pipidino e col PS, pur non volendo accusare il Governo. “Per rispetto verso i cittadini a cui il Governo chiede - giustamente - di pagare ogni balzello, tassa o imposta fino all’ultimo centesimo, ho deciso di firmare il rapporto di minoranza che prevede la restituzione dei rimborsi telefonici percepiti senza base legale dai consiglieri di Stato. Rimborso che sarà calcolato sugli ultimi 5 anni. Ci vuole simmetria dei sacrifici”, annuncia sui social.
“Nessuna polemica. Nessun atto d’accusa verso il governo. Mi sento solo di dover fare il meglio per rispondere al senso di responsabilità verso le cittadine e i cittadini di questo Cantone, che ogni giorno fanno sacrifici per mandare avanti famiglie, aziende e servizi. Di questa posizione ho già avvisato i colleghi di gruppo e il presidente di commissione”.
Dadò aveva fatto notare come i voti della Lega potrebbero essere decisivi. Bignasca, ora, è dalla sua parte.