BELLINZONA – Il mondo sta andando nella direzione opposta a quella che vorrebbe: sempre più malati, gente meno felice, un’economia di speculazione, l’inquinamento che esplode. E Werner Nussbaumer si è messo in gioco di nuovo, per il Ticino che definisce “uno dei luoghi più belli del mondo”. Correrà con la sua Lega Verde alle prossime cantonali, “un movimento radicale che dice le cose come stanno” e ci racconta obiettivi e temi.
Come mai un nuovo movimento?
“È molto importante che ci combatta per l’ambiente e per la nostra salute, visto che la situazione peggiora di giorno in giorno e siamo quasi arrivati all’irreversibilità, dobbiamo darci da fare per combattere chi distrugge e continua ad approfittare della natura. L’uomo, purtroppo, dove arriva a farlo. I partiti vogliono che si abbiano più soldi, più macchine, più tutto e istigano la popolazione a seguirli, ecco dove siamo arrivati”.
Ha criticato Verdi e Verdi Liberali, l'intenzione è dunque di diventare il nuovo movimento ecologista?
“Ho criticato i Verdi per il semplice motivo che essendo stato uno dei fondatori ho trovato grave vederli finire nella direzione in cui li ha portati Savoia. Se qualcuno ama la natura, l’ambiente sano, gli animali non può odiare gli uomini, come lui ha fatto. Ha avuto più successo di me ma non si può fare del populismo aizzando gli uomini contro gli uomini, in un partito verde: va bene semmai per la Lega. Ha distrutto l’immagine dei Verdi. Per quel che concerne i Verdi liberali, sono più liberali che verdi, la cosa più importante per loro è l’economia, se poi possiamo non distruggere tutto meglio. Perciò votano spesso a destra. Non sono loro che cambieranno il mondo e non mi danno la garanzia di essere combattivi”.
Punta a cinque deputati, un obiettivo ambizioso…
“Sì, molto. Il Ticino è un paese a sé, siamo molto conservatori, la gente non cambia facilmente partito. L’ha potuto fare la Lega con una minirivoluzione basandosi su populismo e razzismo, toccando temi su cui i ticinesi soni sempre sensibili, dato che basta parlar male degli italiani… Pensiamo a Savoia, appunto. Io credo di poter fare cinque deputati, la gente comincia a rendersi conto che andando avanti così sarà sempre peggio. Avremo anche sempre meno gente che viene per le vacanze, pur se siamo la terra più bella del mondo, per l’inquinamento: chi glielo fa fare di venire a respirare quest’aria?”.
Quali sono i vostri temi?
“Spaziano dall’economia sostenibile, ovvero fare economia pensando alla generazione futura, rispettando l’ambiente, alla globalizzazione, che ha portato qualcosa di buono ma soprattutto disastri: i poveri sono sempre più poveri, i ricchi son sempre più ricchi. È stato toccato anche il ceto medio, quello che tiene unita la società, perché il ricco se ne frega un po’, il povero è mantenuto dallo stato di solito, la classe rivoluzionaria è sempre stata quella intermedia”.
Come giudica la politica degli ultimi anni? Salva qualcuno?
“Del DSS, per esempio, no. La gente è sempre meno felice, ci si ammala di più, le casse malati crescono ma la nostra salute è peggiorata. Serve più prevenzione, io darei 9 franchu alla prevenzione e 1 alle cure. Però tutto va contro alle lobby farmaceutiche, cui non interessano persone sane. La salute è la cosa più importante che abbiamo, non si è fatto niente politicamente. Con tutta la chimica che si usa per le cure si inquina anche. Politica bocciata? Sì: più inquinamento, più differenza tra ricchi e poveri, i salari non sono aumentati, è cresciuto l’odio fra la popolazione, fra i partiti, si è meno felici e più cattivi. Non si può trovare un motivo di soddisfazione in quello che è stato fatto negli ultimi quattro anni. Lo dico sempre ai miei amici leghisti, avevate promesso cose che non possono mantenere, usando l’istinto più basso dell’uomo, dal razzismo all’agonismo. Tipico dei populisti...”
La lista è pronta?
“Avremo cinque persone per il Consiglio di Stato e una trentina per il Gran Consiglio. Penso che correremo anche per il Nazionale, andrà valutato se unirsi con Verdi e Verdi liberali. Contatti non ve ne sono ancora stati a livello ufficiale, è mia intenzione farlo per formare una piattaforma minima per il Ticino, se loro ci stanno. Serve un patto per avere un minimo comun denominatore per non combatterci a vicenda. Sono arrabbiato coi Verdi per via di Savoia, se ci fosse stato ancora lui non avrei collaborato, con chi c’è ora sì”.