BELLINZONA – Ivan Pau-Lessi si è autosospeso dalla sua carica all’interno del Consiglio della Magistratura dopo che dal processo all’ex funzionario del DSS è emerso che una delle vittime nel 2005 aveva contattato un alto funzionario per denunciare.
Lui, afferma, non sapeva nulla degli atti sessuali dell’uomo condannato, ma secondo Fiorenzo Dadò e Boris Bignasca, “da fonti affidabili sembrerebbe che Pau-Lessi, nella sua lettera all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio e al Consiglio di Stato, abbia fatto almeno il nome di un funzionario al quale, all’epoca in cui si svolsero i fatti, furono riferite le “pratiche sconce” e le segnalazioni di abusi dell’ex operatore sociale condannato. Se ciò sarà confermato, è sempre più evidente come questa triste storia di omertà all’interno dell’Amministrazione su fatti di inaudita gravità nei confronti di giovani donne, abbia dei risvolti inquietanti e delle radici profonde, che vanno verificate immediatamente da un’istanza indipendente non viziata in alcun modo da possibili interferenze interne e ancora presenti nell’Amministrazione”.
Per i due, l’autosospensione altro non è che “la diretta conseguenza dei fatti gravissimi di abusi e di omertà avvenuti nei primi anni 2000 all’interno del DSS, ossia all’epoca in cui Pau-Lessi era dirigente dell’Ufficio implicato, e venuti alla luce non grazie alla segnalazione dei funzionari ma unicamente grazie alla coraggiosa e sofferta denuncia da parte delle vittime, che hanno portato la scorsa settimana a pronunciare parole durissime e – fatto probabilmente mai avvenuto prima nella storia del Cantone- persino porgere le pubbliche scuse da parte dello Stato, nella persona del giudice Marco Villa,durante la pronuncia della sentenza”. Ed è doverosa oltre che tardiva.
Con una nuova interpellanza sul tema, vogliono vederci chiaro. “Questo agire omertoso da parte di funzionari pubblici è da ritenersi gravissimo e moralmente inaccettabile, in quanto ha di fatto permesso all’ ex operatore sociale di sfuggire alla legge grazie alla prescrizione della maggioranza dei reati di abuso sessuale commessi, e quindi cavarsela con una condanna assolutamente non proporzionata all’inaudita gravità dei fatti. Per le vittime, oltre il grave danno e alla sofferenza subita, grazie a chi per anni ha vergognosamente taciuto e insabbiato, ora anche la beffa finale”, sostengono, citando cosa dice la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (LORD) sull’obbligo di denuncia (“Il dipendente che, nell’esercizio delle sue funzioni, ha notizia di un reato di azione pubblica, è tenuto a farne immediato rapporto al Consiglio di Stato o al Ministero pubblico, trasmettendogli i verbali e gli atti relativi; qualora ne informi il Consiglio di Stato, quest’ultimo è tenuto a trasmettere immediatamente la segnalazione al Ministero pubblico”).
E chiedono:
"1. Quali sono i contenuti della lettera e dell’esposto inviati dal signor Ivan Pau-Lessi al Governo e all’Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio?
2. L’ex funzionario Ivan Pau-Lessi si è autosospeso anche dalla Commissione di coordinamento di aiuto alle vittime? Se no, il Consiglio di Stato non lo ritiene opportuno?
3. Corrisponde al vero che Pau-Lessi fa il nome di un funzionario al quale avrebbe riferito a suo tempo della segnalazione di abusi? Se si, di chi si tratta e che funzione svolgeva all’epoca? Questo funzionario lavora ancora nell’Amministrazione pubblica? Se si, che funzione svolge?
4. Pau-Lessi, fa riferimento alle segnalazioni di una sola ragazza o a più segnalazioni di differenti ragazze? Se si, quante? È a conoscenza il Consiglio di Stato se vi furono all’epoca segnalazioni di abusi o di molestie da parte nei confronti di funzionari a stretto contatto con l’ex operatore sociale condannato? Sono state fatte delle verifiche?
5. Pau-Lessi e questo anonimo funzionario, all’epoca dei fatti, avevano doverosamente segnalatogli abusi all’allora funzionario superiore e al Consiglio di Stato?
6. Se non lo fecero, come pensa di agire il Consiglio di Stato nei confronti di funzionari ancora in carica o ex funzionari nominati dallo stesso in commissioni e altri enti, in virtù dell’articolo della LORDche obbliga TUTTI i dipendenti che, nell’esercizio delle loro funzioni, hanno notizia di un reato di azione pubblica, a farne immediato rapporto al Consiglio di Stato o al Ministero pubblico?
7. Se segnalazione ci fu e l’agire dei funzionari fu corretto, come mai, in virtù di quanto recita il medesimo articolo della LORD, il Consiglio di Stato in carica all’epoca e l’allora dirigenza del DSS non trasmise immediatamente la segnalazione al Ministero pubblico? In tutti questo tempo trascorso dall’arresto alla condanna dell’ex operatore sociale, sono stati fatti degli accertamenti?"