BELLINZONA – No alla possibilità per MPS, PC e Più Donne di avere un proprio membro (uno che rappresenti tutti e tre, non uno per uno, è stato più volte precisato, come il fatto che si era già deciso come ripartire gli eventuali posti) nelle Commissioni tematiche.
Solo il PS e i Verdi hanno detto sì, per gli altri, a parte il PPD in cui come spiega il capogruppo Agustoni la discussione interna non è stata così priva di opinioni contradditorie, no deciso.
Pronzini ha esordito, parlando a sostegno della proposta, in modo definito rivoluzionario. A suo avviso, l’opposizione, le piccole liste, hanno vinto le elezioni, e dunque hanno diritto a avere accesso alle Commissioni tematiche. Più pacata, Tamara Merlo ha spiegato che la maggior parte del lavoro si svolge all’interno delle Commissioni stesse, e che per questo, cioè per poter svolgere al meglio il loro lavoro, i tre movimenti avevano inoltrato questa richiesta.
Per il PLR l’inserimento di un membro non avrebbe portato nulla di aggiuntivo alla democraticità del Parlamento, opinione condivisa dalla Lega. Anzi, si sarebbe solo rischiato di avere una caterva di rapporti di minoranza. Il PPD si è detto più possibilista, le sostanziali differenze tra MPS, PC (alleate nella scorsa legislatura, da qualche tempo in rotta) hanno però fatto optare per il no.
Il tema della diversità di idee fra le tre liste ha avuto un peso importante per tutti coloro che hanno votato no: non vi sarebbe stata una linea comune, come hanno anche ammesso Merlo e Pronzini, che non hanno negato, un particolare quest’ultimo, come avrebbero potuto dare il via a rapporti di minoranza.
“Avete paura”, ha tuonato il deputato dell’MPS, scatenando la reazione di Farinelli: “Non abbiamo paura di nulla, era una votazione e ci siamo espressi”.
Infine, l’appello nominale (a causa del non funzionamento dei pulsanti per esprimere il voto) ha portato a 57 no, 27 sì e 2 astenuti. Più Donne, MPS e PC non siederanno in nessuna Commissione.