BELLINZONA – Se per il Consiglio Federale l’aggravio dei premi di cassa malati sul reddito disponibile delle economie domestiche sarebbe dovuto essere al massimo dell’8%, in Svizzera è il 14% e in Ticino il 12%. Cifre alte, che hanno fatto sì che l’aumento stesso delle casse malati sia la preoccupazione principale dei cittadini svizzeri, ad esserne colpito è anche il ceto medio.
Laura Riget, a nome del gruppo socialista (che ha sottoscritto nella sua totalità il testo) ha lanciato un’iniziativa parlamentare con lo scopo di “limitarne il peso al 10% massimo del reddito disponibile delle economie domestiche, rendendoli anche più accessibili per non escludere chi ne ha bisogno. Un’azione che va accompagnata da una migliore prevenzione della salute e da un serio controllo dell’offerta per contenere i costi della sanità”, si legge.
L’iniziativa “chiede di allargare le fasce di reddito dei beneficiari dei sussidi per i premi di cassa malati al fine di limitarne il peso al 10% massimo del reddito disponibile delle economie domestiche; una riduzione sostanziale o l’abolizione della quota residua del premio a carico delle assicurate e degli assicurati – ancora troppo elevata anche in caso di sussidio massimo – e l’agevolazione dell’accesso ai sussidi nell’obiettivo di garantire un aiuto mirato senza escludere chi ne ha bisogno”.
Le famiglie del ceto medio sono ormai costrette a spendere una parte sempre più importante del proprio reddito per fare fronte ai premi a cui vanno sommate le spese per la franchigia, la partecipazione ai costi e i costi pagati direttamente perché non riconosciuti.
“Oggi, a fronte della stagnazione dei salari e delle rendite pensionistiche, il principio dell’accessibilità universale al sistema sanitario è seriamente a rischio. Una situazione aggravata dai tagli di 30 milioni del 2015 e del 2017 che di fatto hanno escluso ben 24'000 persone dai sussidi cassa malati mentre dal 2008 i premi sono aumentati del 31%”, ha spiegato Laura Riget.
Il PS ha voluto far notare come tra il 10% e il 20% della popolazione rinuncia alle cure a causa delle spese, conducendo a dei costi più alti a causa dell’aggravamento del loro stato di salute.
Dunque, ripristinare la situazione antecedente il 2015, in una prima tappa, è più che mai necessario. “Con il reintegro dei 30 milioni tagliati, compresi gli assegni integrativi, si arriverebbe a 74 milioni complessivi. Un quinto rispetto all’onere di 355,9 milioni degli sgravi assicurativi e in parte per i figli, ma che sostiene con maggior efficacia il reddito dei cittadini, soprattutto del ceto medio” ha spiegato il Capogruppo Ivo Durisch.
L’azione sulla riduzione dei premi cassa malati va associata alla prevenzione della salute e al controllo dell’offerta, come ha precisato Anna Biscossa, anche lei intervenuta alla conferenza stampa. “Per contenere i costi della sanità, tenendo sotto controllo l’offerta, bisogna aver cura dell’interesse comune”. A suo parere, occorrono delle basi legali per il controllo esaustivo del finanziamento degli istituti. “L’evoluzione della spesa per le cliniche private è lì da vedere: nel 2012 era di 91 milioni mentre per l’anno scorso è stato di quasi 132 milioni benché molte prestazioni siano passate dallo stazionario all’ambulatoriale”.
Nel dettaglio, le misure richieste sono:
"1. Allargamento delle fasce di reddito dei beneficiari dei sussidi per la riduzione dei premi dell’assicurazione malattia obbligatoria in modo da dare un sostegno concreto a tutto il ceto medio, non solo ripristinando i limiti di reddito cancellati a partire dal 2015, ma aumentandoli ulteriormente. In ogni caso, per tutti coloro che appartengono a questa fascia di economie domestiche, l’impatto dei premi non deve comunque mai superare il 10% del reddito disponibile;
2. Sostanziale riduzione o abolizione della quota residua di premio a carico degli assicurati (la parte del premio pagata dall’assicurato anche quando è sussidiato), oggi troppo elevata (più di un 1/4) per le fasce di reddito meno abbienti, tramite l’aumento del coefficiente cantonale di finanziamento;
3. Agevolazione dell’accesso ai sussidi: vanno ripensati a fondo i criteri di assegnazione come pure la procedura di richiesta oggi troppo complessa. È quindi necessario trovare un giusto equilibrio tra l’obiettivo di garantire un aiuto mirato a chi ha bisogno e l’obiettivo di non ostacolarne però l’accesso al sussidio: oggi molti potenziali aventi diritto, la così detta cifra grigia (Dunkelziffer), di fatto sono esclusi"