BELLINZONA – Lo dice anche la Lega: “come da copione”. I frontalieri aumentano, si registra un nuovo record, e il Movimento di via Monte Boglia si aspetta che presto si arriverà a 70mila.
Le colpe? La Lega non ha dubbi: “Ringraziamo la partitocrazia spalancatrice di frontiere! Qualcuno ha ancora il coraggio di dire che non è invasione? Si attende di sapere quanti sono i nuovi frontalieri nel settore terziario, dove, come noto, non c'è alcuna carenza di manodopera ticinese. Scommettiamo che sono la grande maggioranza dei nuovi permessi G? E intanto quasi i due terzi dei disoccupati ticinesi provengono proprio dal settore terziario!”.
Punta il dito contro l’applicazione di quanto votato il 9 febbraio: “E questo scempio avviene con la preferenza indigena light in vigore. A dimostrazione che questa preferenza indigena light, voluta dal triciclo PLT-PPD-PSS per rottamare la preferenza indigena "vera" votata dal popolo, è un autentico bidone. Del tutto inutile! Una scandalosa presa in giro! Il bello è che proprio nei giorni scorsi i soliti burocrati della SECO se ne sono usciti con l'ennesimo rapporto farlocco secondo cui la preferenza indigena light (obbligo di annuncio dei posti vacanti agli URC) funzionerebbe a meraviglia. Ogni commento al proposito a questo punto è superfluo!”.
Non poteva ovviamente mancare un accenno al ballottaggio: “Come se non bastasse, nel dibattito di settembre in Consiglio nazionale sull'iniziativa "di limitazione" (disdetta della devastante libera circolazione delle persone) gli esponenti della partitocrazia cameriera dell'UE, ticinesi compresi, a partire dall'aspirante Consigliere agli Stati radicale Giovanni Merlini, sono saliti al pulpito a raccontare che "la preferenza indigena è in vigore" e che "le problematiche sono attenuate"! Come no, ecco la prova di quanto le "problematiche" siano attenuate!”. Le dichiarazioni di Merlini non erano piaciute nemmeno al democentrista Bühler.
“Appare sempre più evidente che, se si vuole salvare il mercato del lavoro ticinese, l’unica opzione è la disdetta della libera circolazione delle persone, come ha sempre sostenuto la Lega dei Ticinesi. Su tale iniziativa popolare i cittadini saranno chiamati ad esprimersi nella primavera del 2020”, conclude la Lega dei Ticinesi.