BELLINZONA – Sarà referendum. Anzi, doppio: il PS è pronto a lanciare la raccolta firme contro la riforma fiscale votata lunedì in Gran Consiglio e a partecipare a quella contro il credito per l’aeroporto. Insomma, le decisioni principali della seduta verranno contestate.
Già da tempo si parlava di un eventuale referendum contro la riforma. Tanto che il leghista Michele Foletti aveva detto che, in caso di no o di chiamata alle urne sul tema, si sarebbe pensato a che cosa fare con i soldi che, assieme alle misure della riforma, erano stati pensati dal Governo come fondi per la scuola (un motivo per cui Bertoli si era accodato, andando dunque contro il parere del suo partito).
Qualche giorno fa, visto che già il referendum era nell’aria, la presidente della Commissione della Gestione, la liberale Maristella Polli, aveva detto che a questo punto ci si sarebbe fermati comunque con gli interventi per la scuola, in modo da capire cosa fare. Anche se, in teoria, i pacchetti erano stati presentati come disgiunti.
Tutto ciò non ha fermato il parlamentino socialista. 34 infatti i sì, 0 i no e 3 gli astenuti. Per i socialisti si tratta di tagli lineari, che vanno solamente a privilegiare chi comunque ha di più, inasprendo le disuguaglianze. “Permettere alle aziende di farsi una tassazione à la carte è gravissimo e sintomo di una politica che è appiattita solo sulle aziende e non ha alcuna visione”, ha detto Fabrizio Sirica.
Dunque, via alla raccolta firme. E i soldi per la scuola? Probabilmente fermi. Anzi, Amanda Rueckert, della Lega, sui social si è rivolta al presidente Righini: “Secondo il Presidente del PS Igor Righini investimenti nella scuola e nella socialità sono importanti e vanno fatti indipendentemente dalle riforme fiscali. E i temi sarebbero del tutto slegati. E con che soldi li facciamo questi importanti investimenti? Con quelli del cittadino ticinese medio, già tartassato è che non avrà possibilità di fuggire altrove dopo che quei pochi contribuenti che pagano la maggior parte delle imposte avranno spostato la loro sede fiscale? Idealismo allo stato puro, percezione della realtà in cui viviamo zero assoluto”.
Ricevendo un “brava” da parte del liberale Fabio Schnellmann e un commento dal compagno di lista Boris Bignasca: “Quando i grandi contribuenti saranno andati via a causa delle politiche del PS, chi pagherà le imposte per mantenere i servizi? Righini e compagni?”
Lo scontro non sarà solo alle urne.
Intanto Verdi e MPS sono pronti a sostenere la raccolta firme.