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13.12.19 - 14:300

Neggio e Vacallo attaccano, il Cantone dice di chi non è colpa ma non chi ha sbagliato. Il giallo del voto dei ticinesi all'estero

"Abbiamo ricevuto il materiale in ritardo, il 29 ottobre e il 28 ottobre, li abbiamo spediti il 30. Quindi non è vero che il Cantone lo ha recapitato entro il 25 ottobre a tutti", scrivono i due Comuni. E il Cancelliere li difende... Quindi?

BELLINZONA –Ancora non si sa realmente cosa sia successo, si aspetta di sapere cosa deciderà il TRAM, però i Comuni scaricano la colpa sul Cantone, mentre esso non parla e in modo criptico comunque dice che i Comuni stessi non hanno sbagliato, per quanto concerne le buste spedite troppo tardi o con posta B agli elettori ticinesi all’estero.

Non è una questione di lana caprina perché in ogni caso si parla di almeno 186 schede, quando la differenza tra chi è stato eletto (Marina Carobbio) e chi non lo è stato (Filippo Lombardi) è di 46 voti. Sono le buste spedite da 19 comuni.

Se Serravalle ha respinto ogni accusa, dicendo di aver inviato il materiale un paio di giorni dopo averlo ricevuto dal Cantone, Neggio e Vacallo attaccano: Il materiale di voto per le elezioni dei rappresentanti degli Stati è infatti stato consegnato alla cancelleria di Neggio il 29 ottobre (spedito il 30) e a Vacallo il 28 ottobre pomeriggio (spedito il 30). (..) Le due cancellerie comunali hanno evaso la pratica nel più celere tempo possibile. Va forse sottolineato, a completezza d'informazione, che se le buste sono state spedite 1-2 giorni dopo, questo è dovuto solo ed esclusivamente alla lentezza con la quale l'autorità competente ha messo a disposizione delle cancellerie il materiale di voto, che, contrariamente a quanto indicato dal Cancelliere dello Stato non è stato recapitato in tutti i comuni entro il 25 ottobre, ma molto più tardi”, si legge in una nota congiunta.

L’invito alla Cancelleria è di fare “coraggiosamente ammenda e si assuma in toto le responsabilità che gli competono, evitando di scaricare le proprie colpe sulle cancellerie comunali”.

“Questi dati confermano che non c’è stata nessuna negligenza da parte dei Comuni ticinesi” e “testimoniano di una buona efficienza nella distribuzione del materiale”, sono le uniche parole che il Cancelliere Arnoldo Coduri ha detto a LaRegione, dato che il Consiglio di Stato ha deciso di non esprimersi sul tema.

Quindi, per i Comuni è colpa del Cantone, per il Cantone non è colpa dei Comuni… tirando le fila, cosa è successo realmente? E se la colpa fosse dei servizi postali, che variano di paese in paese (anche se le varie autorità lo possono prevedere)? Fino a dove arrivano le responsabilità di chi ha inviato il materiale. Peraltro ci chiediamo anche se chi lo ha rispedito indietro lo ha fatto nei tempi. Una vicenda intricata.

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