BELLINZONA – Le schede di voti dei ticinesi all’estero giunte in Ticino solo dopo il 17 novembre, data dello spoglio, sono 113. In teoria, basterebbero a cambiare la storia dell’elezione, essendoci 46 schede di differenza tra l’eletta Marina Carobbio e il non eletto Filippo Lombardi. E magari ne arriveranno altre.
L’informazione è contenuta nella presa di posizione del Consiglio di Stato in merito al ricorso di Gianluca Padlina. Un ricorso che il Governo reputa irricevibile da più punti di vista.
Per prima cosa, accusa in modo generico le disposizioni adottate dai Comuni per la spedizione del materiale e non si rivolge a un “atto preparatorio” preciso, per cui dovrebbe essere irricevibile.
Inoltre, Padlina l’ha depositato il 20 novembre, a distanza di tre giorni (come da legge) da quando gli è stato comunicato per telefono da un residente all’estero che il materiale era arrivato dopo. Ma i tre giorni, per il Governo (che precisa come la voce di un singolo cittadino non significa che il problema abbia interessato più votanti), sarebbero partiti dal momento in cui chi ha parlato con Padlina si è reso conto della problematica. Il termine dei tre giorni non può essere aggirato comunicando a terze persone il problema, così da ripristanarlo ogni volta.