LUGANO – Alla fine, socialisti, comunisti e Verdi ce l’hanno fatta. In extremis, hanno raccolto il numero necessario di firme per la riuscita del referendum comunale necessarie per indire la votazione popolare sul credito per l’aeroporto di Lugano-Agno, grazie alle giornate di raccolta del 10 e 11 gennaio, saranno consegnate a Palazzo Civico a Lugano oggi alle ore 11.15.
In una nota dove ricordano per l’ennesima volta le motivazioni che li hanno spinti a far partire la raccolta, che inizialmente aveva avuto non poche difficoltà a decollare (per rimanere in tema aeroporto), sostengono anzi che il numero è stato anche abbondantemente superato.
I promotori non si fermano qui. Da sempre, oltre che sostenere che non è razionale usare i soldi del credito per un aeroporto che subisce la concorrenza di altri scali e di AlpTransit, affermano che serve un piano di ricollocamento “del personale in esubero dell’aeroporto di Agno. Per il personale che rimarrà senza lavoro, data l’assenza di voli di linea, il ricollocamento andrà fatto presso la Città, il Cantone e le aziende di trasporto sussidiate, che potranno avvalersi delle loro competenze tecniche e amministrative”.
A questo proposito i sottoscritti consiglieri comunali PS, Verdi e PC propongono una mozione, che chiede “ha come obiettivo di ricollocare sia il personale impiegato da LASA, sia il personale delle ditte private attive a Lugano-Agno che ha perso o perderà il proprio lavoro “al Municipio di Lugano di presentare un messaggio per un piano di ricollocamento destinato a tutto il personale in esubero e a tutte le persone lasciate senza lavoro dalle aziende attive all’aeroporto di Lugano-Agno (LASA e aziende private) a seguito della crisi scatenata dall’abbandono dei voli di linea e dalle delocalizzazioni. Hanno diritto al piano di ricollocamento le persone impiegate da LASA e da aziende private attive a Lugano-Agno, che erano alle loro dipendenze fino al 30.9.19”, firmata da Raoul Ghisletta, Nicola Schönenberger e Edoardo Cappelletti.
Dopo quella del Gran Consiglio, dunque, anche la decisione di Lugano sullo scalo di Agno viene messa nelle mani della popolazione.