LUGANO – Lugano è l’epicentro delle polemiche sull’apertura della scuola. Contrario sin da subito, il Municipio ha inviato una controproposta al DECS, che prima ancora di riceverla aveva già preparato i dettagli della riapertura. Poi Marco Borradori ha sputato parole di fuoco contro il Dipartimento e contro anche i suoi Consiglieri Comunali, Zali e Gobbi.
Anche all’interno della politica luganese non c’è consenso unanime, perché il PS aveva detto di appoggiare la riapertura, pur con Sergio Roic che aveva mandato una nota dove si dissociava. I socialisti poi sono tornati all’attacco, al grido di “le scuole no ma i bar sì?”.
Raoul Ghisletta ha infatti inviato una lunga nota. “Il medico cantonale Dottor Merlani ha indicato alla Commissione sanitaria che dal profilo sanitario non è preoccupato tanto per la riapertura delle scuole, ma per quella molto spinta dei bar e ristoranti… Ha aggiunto che la salute psicologica dei bambini e ragazzi sarà migliorata dalla riapertura delle scuole: eh sì, l’isolamento dai coetanei e il confinamento in famiglia creano ai bambini e ragazzi problemi anche sanitari. Cosa che il Municipio di Lugano ignora, per non parlare degli aspetti inegualitari legati all’insegnamento a distanza”, spara subito.
“Indubbiamente la possibilità di ritrovarsi nei bar e la possibilità di frequentare almeno parzialmente la scuola dell’obbligo hanno uno strano peso specifico per la Lugano-da-bere presente in Municipio a Lugano!”, prosegue, non senza polemiche.
Infatti: “Ma la cosa più incredibile è che il Municipio della Grande Lugano dichiari che il Grande Istituto scolastico comunale, in passato sempre all’avanguardia in Ticino, non è in grado di organizzare una riapertura parziale e prudente delle sue sedi scolastiche da lunedì 11 maggio: il Municipio chiede che le indicazioni siano calate dall’alto nel dettaglio, sede per sede dal Cantone. È un’autentica onta, che ovviamente si può capire solamente se si pensa che il capo Dicastero formazione a Lugano è il consigliere nazionale e redattore del Mattino della domenica, notoriamente troppo impegnato in altre faccende per occuparsene seriamente”.
“Infine è molto triste che il Municipio non sfrutti il margine dato dalle Direttive cantonali (punto 12 delle Misure organizzative) per riaprire la refezione alla scuola dell’infanzia e le mense della scuola elementare a tutti coloro che ne hanno bisogno. A Lugano sono state fatte tante battaglie dalle donne (e non solo) in Consiglio comunale per rendere accessibili a tutti le mense, ma tutto questo viene dimenticato dall’odierno Municipio, che si dimostra fondamentalmente patriarcale e maschilista. Le donne luganesi dovranno quindi stare a casa fino alla fine dell’anno scolastico e magari tutta l’estate ad accudire i bambini?”, termina Ghisletta. Va precisato che la refezione non può essere organizzata dalle scuole, per motivi di igiene e di prevenzione per il Covid.