BELLINZONA - Nessuno è potuto scendere in piazza. È decisamente un primo maggio anomalo quello che non solo il Ticino sta vivendo: discorsi brevi e trasmessi online, dibattiti sempre con la forma virtuale, qualche striscione qua e là. Spiccano le rivendicazioni del mondo socio-sanitario, che nell'ultimo periodo di pandemia è stato acclamato da molti, che ha precisato, citando la socialista Loraj, "c'è sempre stato, c'è e ci sarà anche mesi, anni e decenni dopo l'emergenza".
Per Piero Marchesi, presidente dell'UDC, invece, oggi non si festeggia niente. "Il 1 maggio è storicamente la festa dei lavoratori, negli ultimi anni è stata però molto politicizzata. Esponenti della sinistra e sindacalisti-politici la usano quale palcoscenico elettorale. Da loro però mai una critica alla Libera circolazione (vero dramma del mondo del lavoro), mai una rivendicazione in favore dei lavoratori residenti", afferma.
E fissa una nuova data: quella del voto sulla limitazione della libera circolazione, che ha trovato una collocazione dopo le nuove direttive del Consiglio Federale. "Il prossimo 27 settembre finalmente voteremo l’iniziativa per disdire la Libera circolazione. Se venisse accolta questa sarà la vera festa dei lavoratori residenti, perché andare in piazza il 1 maggio a cantare Bella ciao e difendere a spada tratta la Libera circolazione è ipocrisia", afferma.