LUGANO – Chiudere tutto, come ha minacciato Borradori ieri sera, non è la soluzione, bensì sarebbe il caso di prevedere l’obbligo della mascherina e degli accessi supplementari al lago.
È il contenuto dell’interpellanza inviata da Raoul Ghisletta e Nina Pusterla, socialisti, al Municipio luganese. “Nella fase di riapertura dopo il lockdown dettato dal coronavirus a Lugano abbiamo assistito a scene di mancanza di rispetto collettivo delle distanze sociali avvenute in luoghi pubblici”, scrivono. “Per evitare un pesantissimo ritorno della pandemia -che sarebbe drammatico per le persone a rischio- e del lockdown -che sarebbe catastrofico per l’economia, la società e la cultura di tutto il Cantone- la Città di Lugano deve essere molto reattiva e ferma”.
Chiudere i luoghi pubblici di svago deve essere solo la soluzione estrema, sostengono. “Crediamo invece che occorra aggiungere se possibile spazi accessibili a lago per diluire le persone, ma nel contempo far rispettare assolutamente le misure di distanza sociale. Inoltre occorre diffondere il porto della mascherina igienica come misura di sicurezza utile e poco invasiva della libertà personale (misura raccomandata in caso di affollamento ma non resa obbligatoria dalle autorità federali; obbligatorietà chiesta dal sindacato del personale dei trasporti pubblici)”.
E chiedono:
"1. Come valuta la situazione degli assembramenti a Lugano nella fase dopo il lockdown?
2. È possibile aggiungere qualche accesso a lago, usando il lido, per ridurre gli assembramenti alla spiaggetta della foce?
3. Come ha organizzato e come intende organizzare i controlli della polizia nei luoghi a rischio per far osservare rigorosamente la distanza sociale?
4. Intende chiedere agli utenti dei servizi comunali di portare la mascherina igienica?
5. Intende chiedere alla TPL SA e altre aziende di trasporto di esigere il porto della mascherina igienica nei mezzi di trasporto?"