di Matteo Pronzini, Angelica Lepori, Simona Arigoni*
L’abbiamo detto e lo ripetiamo, la ripresa della scuola in presenza è sicuramente una buona cosa: la scuola si fa in presenza o non si fa. La formazione a distanza è un artificio al quale si può o, soprattutto, si deve ricorrere in situazioni davvero straordinarie e drammatiche, come quelle che abbiamo vissuto la scorsa primavera, ma che in nessun caso può essere assimilata al fare scuola.
Ed è proprio per questo che la riapertura deve essere curata in tutti i suoi dettagli per cercare di evitare il più possibile di ritrovarsi in situazioni tali da dover mettere in quarantena scuole o classi, passare a forme di insegnamento ibrido o, peggio ancora, alla chiusura totale delle scuole. Stupisce, ma forse non molto, la leggerezza con cui il DECS e le autorità sanitarie immaginano periodi di quarantena per le classi o le scuole. Tenere a casa 10 giorni classi di allievi comporta una riorganizzazione della gestione famigliare, una riorganizzazione della didattica e uno scombussolamento continuo delle abitudini di ragazzi e ragazze che già in questi mesi hanno vissuto momenti di grande difficoltà.
Purtroppo le misure di protezione previste dal DECS e dal governo non sembrano essere all’altezza della situazione. La formazione delle classi, dal punto di vista numerico, sembra riprende totalmente gli stessi numeri della scuola pre-pandemia, le distanze sociali non sembrano essere garantite nelle aule e la mascherina non sarà obbligatoria per gli studenti (stessi studenti che la indosseranno per recarsi a scuola con i mezzi pubblici ma non all’interno degli istituti scolastici nei cui spazi comuni vi è sicuramente più affollamento che in un bus o in un vagone ferroviario…).
Ci sembra ridicolo che, sull’obbligo di portare la mascherina, il DECS tenda a cincischiare affermando di voler verificare in alcune sedi la possibilità di rispettare le distanze sia nelle aule che negli spazi comuni: chi conosce le scuole ticinesi sa questi appare assai difficile, vedi impossibile, nelle scuole medie superiori e in diverse scuole medie. Senza dimenticare che restano ancora senza indicazioni le misure da adottare per alcuni particolari spazi scolastici (a cominciare dalle mense…). Un atteggiamento, questo, che contrasta con i pressanti appelli della stragrande maggioranza dei medici del cantone a favore dell’uso delle mascherine negli spazi chiusi ed affollati (e le scuole sono spazi di questo genere).
Sulla questione dei trasporti non abbiamo alcuna indicazione sulla reale volontà delle FFS di evitare quelle situazioni di sovraccarico (la mattina e il pomeriggio) che puntualmente si verificano con la riapertura delle scuole. Situazioni denunciate da tempo e alla cui soluzione è stata dedicata scarsissima attenzione e disponibilità da parte delle FFS. Una situazione, malgrado l’uso della mascherina, che rischia di rivelarsi problematica.
Non è poi dato sapere se il DECS abbia previsto un potenziamento del personale addetto alle pulizie degli spazi che in questo contesto deve essere garantita con frequenza maggiore (anche durante la giornata, in occasione di spostamenti da un’aula all’altra degli studenti che, malgrado si cerchino soluzioni che li limitino, saranno comunque inevitabili) e con una certa cura.
Ancora una volta saranno poi le singole sedi e le singole direzioni a doversi assumere la responsabilità di mettere in protezione le scuole con direttive poco chiare. Ancora una volta il Dipartimento scarica sulle direzioni e sulle sedi la responsabilità di quanto succederà nelle scuole.
E le notizie che ci arrivano dai cantoni nei quali le scuole sono appena cominciate non lasciano prevedere nulla di buono.
Di fronte a questa situazione chiediamo al Consiglio di stato:
1. Perché non si sottopongono in ogni caso i docenti (eventualmente anche gli studenti perlomeno delle scuole medie superiori) al tampone prima dell’inizio della scuola al fine di evitare che si inizi l’anno già con docenti e/o allievi positivi?
2, Per quale ragione agli studenti con più di 12 anni (età in cui vige l’obbligo sui trasporti pubblici) non viene imposto l’obbligo della mascherina negli spazi comuni della scuola come avviene per i docenti?
3. Quali passi ha intrapreso (o intende celermente intraprendere) il governo per spingere finalmente le FFS a trovare una soluzione al sovraffollamento dei treni e dei mezzi pubblici che si verificherà con l’inizio delle scuole in determinanti orari?
4. Come intende muoversi il Dipartimento per verificare che allievi e docenti non siano rientrati nei 10 giorni precedenti l’inizio della scuola da zone considerate a rischio?
5. Come e da chi sarà effettuata nelle sedi la pulizia degli spazi comuni e delle aule se c’è un cambiamento di classe tra un’ora e un’altra?
6. Che misure concrete sono previste per sostenere le famiglie di quegli allievi che verranno eventualmente posti in quarantena e i cui genitori lavorano?
*deputati MPS, Interrogazione