ticinolibero
Politica
11.11.20 - 14:000

Bertoli: "Non volevamo penalizzare il settore culturale. Ma se si continua così, la scelta non sarà più tra 50, 30 o 5 persone..."

Il Consigliere di Stato torna sulla querelle relativa a teatri e cinema e tra le righe parla di lockdown: "Nessuno vuole arrivare a questo punto e con la buona volontà di tutti è possibile non arrivarci"

di Manuele Bertoli*

I numeri della pandemia per ora non stanno scendendo, gli ospedali sono stati rimessi in assetto da gestione COVID-19 e per questo il Consiglio di Stato ha ricordato a tutti domenica scorsa quanto sia importante che ognuno faccia la propria parte nei prossimi giorni per evitare scelte difficili e dolorose. Se 350'000 ticinesi limitano i propri contatti per un po’ e si attengono alle solite semplici misure sanitarie, potremo evitare di chiudere ristoranti, teatri, negozi non essenziali ecc., come è invece successo a Ginevra.

Oltre a lanciare questo messaggio, il Governo ha deciso di ridurre per un po’ il limite massimo di persone ammissibile per assembramenti e manifestazioni, cosa che ha fatto reagire il mondo della cultura. Va detto subito che la riduzione del numero massimo di persone ammesse per spettacoli teatrali, cinematografici ecc. da 50 a 5, poi ieri rivisto a 30, non voleva colpire o penalizzare il settore culturale rispetto ad altri, ma intendeva applicare in maniera più restrittiva il concetto federale di ‘manifestazione pubblica’, che è il seguente: “Per manifestazione (…) s’intende un evento pubblico o privato pianificato, limitato nel tempo, che si svolge in un determinato luogo o perimetro. Generalmente l’evento ha uno scopo definito e un programma con temi e contenuti legati tra loro. È inoltre presumibile che le manifestazioni comportino in genere spettatori che assistono a una rappresentazione, visitatori che si trovano nello stesso luogo per una determinata durata o ancora partecipanti attivi” (cfr. rapporto esplicativo sull’ordinanza COVID-19 situazione particolare, ad art. 6)

Nello stesso concetto federale si ricorda, a torto o a ragione, che “di norma gli eventi paragonabili ai negozi e ai mercati, come le fiere o le esposizioni artigianali, non devono essere qualificati come manifestazioni e di conseguenza non sottostanno alle prescrizioni sul numero massimo di persone presenti o partecipanti (…). Ciò vale anche per i musei, le biblioteche e gli archivi, i giardini zoologici ecc.”.

La reazione del settore culturale e di una parte del mondo legato ad alcune attività con contenuto parzialmente sportivo a questa decisione è stata comprensibile e già da lunedì il Governo ha iniziato a discutere di opportuni correttivi, sui quali non si è perso tempo.

Ma al di là delle correzioni, non si dimentichi quanto ricordavo all’inizio: i numeri delle ospedalizzazioni non stanno diminuendo e finché questo non accadrà il problema non sarà superato.

Se passeranno i giorni e le cose non cambieranno la scelta non sarà più tra 50, 30 o 5 persone, di questo dobbiamo tutti avere coscienza. Nessuno vuole arrivare a questo punto e con la buona volontà di tutti è possibile non arrivarci: tutti assieme possiamo evitare il peggio, facendo semplici scelte per salvaguardare la salute pubblica, i rapporti sociali e culturali, la formazione dei giovani, il tessuto economico. Bastano davvero pochi gesti, per il bene di tutti.

*Consigliere di Stato

Potrebbe interessarti anche
Tags
TOP News
© 2024 , All rights reserved

Stai guardando la versione del sito mobile su un computer fisso.
Per una migliore esperienza ti consigliamo di passare alla versione ottimizzata per desktop.

Vai alla versione Desktop
rimani sulla versione mobile