BELLINZONA - Il Ticino partirà un paio di settimane dopo rispetto agli altri Cantoni con le vaccinazioni, da quanto si sa. Il PLR è preoccupato: "Si perde del tempo prezioso!"
Si chiede come mai "la Confederazione ha preferito non attuare un pianonazionale di vaccinazione, anziché affidarsi ai Cantoni andando poi incontro a ritardi come quelli evidenti in Ticino?
Per il PLRT è fondamentale agire in fretta e in modo coordinato per ritrovare il prima possibile le libertà a cui tutti abbiamo dovuto rinunciare. E per dare risposte concrete ai settori duramente colpiti dal lockdown, alla popolazione e alla nostra sanità".
Per questo motivo si è mosso sia a livello cantonale, con un'interpellanza di Giorgio Galusero, che a livello federale col Consigliere Nazionale Alex Farinelli.
"È importante che la stragrande maggioranza della popolazione sia vaccinata il più rapidamente possibile. Con l’omogolazione di Swissmedic e l’annuncio del Consigliere federale Berset, la Svizzera ha dato, il 19 dicembre scorso, via libera al vaccino. Cantoni come Lucerna e Basilea si sono mossi rapidamente. Non il Ticino, dove per giustificare l’inizio della campagna di vaccinazioni solo il 4 gennaio sono stati chiamati in causa non meglio precisati ritardi nella catena logistica e organizzativa", si legge nella nota del PLR, che "si aspetta che venga data massima priorità al processo di vaccinazione, anticipando e risolvendo ogni inghippo logistico o organizzativo. Infatti, prima si comincia e prima si può avere un effetto protettivo della popolazione e del sistema sanitario, riavviando anche importanti settori economici, culturali, sociali e sportivi. Due settimane di ritardo incidono, e non poco. Ribadiamo quanto già espresso più volte: governare significa prevedere".
La richiesta è di non attendere la risposta all'atto parlamentare di Galusero, che alla prossima seduta del Parlamento sarà ormai stato superato dagli eventi, ma di attivarsi quanto prima per le vaccinazioni.
Galusero chiede "perché contrariamente ad altri Cantoni il Ticino partirà con le vaccinazioni solo il 4 gennaio 2021", vuole sapere "quali problematiche concrete si sono riscontrate e se esse non erano ampiamente prevedibili. Non ritiene il Consiglio di Stato di perdere così prezioso tempo per proteggere popolazione e sistema sanitario?", prosegue.
"In base ai ritardi implicati alla catena logistica e organizzativa, quali migliorativi sono previsti per non incorrere in futuro negli stessi errori?", chiede ancora
E infine: "In linea generale, quale strategia intende adottare il Consiglio di Stato per promuovere e sensibilizzare sull’uso del vaccino? Come vengono definiti i gruppi da vaccinare in modo prioritario? Quali sono in questo senso le modalità organizzative previste? Quale coordinamento è previsto a livello federale?".
Farinelli dal canto suo si concentra sul fatto che non si è creato un piano a livello nazionale: chiede al Consiglio Federale il perchè di questa scelta, domandando se non sarebbe stato meglio creare per esempio dei centri gestiti dall'esercito per le vaccinazioni. Importante per il liberale è anche capire in caso di ritardi se si aggiusterà il tiro oppure no, ricorrendo a una sluzione nazionale.