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17.06.21 - 11:290

"La Posta lascia il Ticino a bocca asciutta?"

Lo chiedono a Consiglio di Stato e Consiglio Federale Matteo Quadranti e Marco Romano

TICINO/BERNA – "Il Ticino lasci a bocca asciutta la Posta?". Lo chiede al Governo ticinese il deputato PLR Matteo Quadranti in un'interpellanza urgente. "È notizia di oggi  – si legge nell'atto parlamentare – che il Consiglio federale dovrebbe decidere la nomina di un nuovo membro del CDA nel gigante giallo e che questa potrebbe andare ad un candidato svizzero tedesco lasciando il Ticino privo di un suo rappresentante dopo la partenza di Adriano Vassalli nel 2018. Il tema era già emerso esattamente un anno fa ed aveva suscitato polemiche la decisione del Consiglio federale di designare l’ex consigliere nazionale bernese e sindacalista Corrado Pardini. Quest’ultimo era stato proposto dal sindacato Syndicom per succedere a un suo rappresentante. Ma in uno scritto interno al Governo si affermava che con l’ex deputato socialista la lingua italiana sarebbe stata nuovamente rappresentata al vertice dell’azienda".

"Il Consiglio di Stato, allertato da indiscrezioni di stampa, aveva scritto a Berna per far notare che Pardini, benché parlasse italiano, non avrebbe potuto essere considerato un esponente della Svizzera italiana, con la quale non aveva, né aveva mai avuto, nessun contatto. Chiamata in causa da tre deputati ticinesi (Piero Marchesi, Marco Romano e Alex Farinelli), la direttrice del DATEC Simonetta Sommaruga aveva detto che in futuro si sarebbe dovuto dare importanza al fatto che le prescrizioni relative alle comunità linguistiche nazionali venissero ossequiate. Quella risposta era stata letta come il riconoscimento che la Svizzera italiana dovesse essere rappresentata. Nemmeno stavolta, però, sembrerebbe il caso".

Alla luce di quanto esposto, Quadranti chiede al Governo: 

 

1) Se non ritiene di inviare immediatamente una lettera di reclamo affinché il posto in oggetto sia attribuito a un ticinese e non semplicemente ad una persona di lingua italiana senza rapporti col Ticino

- Se non ritiene di doverlo rivendicare con forza e con mezzi a sua disposizione?

- Se tra le ipotesi di rivendicazione non ritiene di mettere sul tavolo delle trattative la non assegnazione ad es. a Autopostale SA, società del Gruppo la Posta, di appalti ad es. per trasporti scolastici cantonali vista la poca considerazione verso il Ticino da parte di Berna e considerando che la Legge sugli appalti potrebbe teoricamente anche lasciare dei margini in questo senso a dipendenza dei criteri che venissero posti e ponderati nei concorsi.

La 'dimenticanza' della dimensione regionale e linguistica de La Posta è oggetto anche di atto parlamentare al Consiglio Federale del Consigliere Nazionale Marco Romano.

"(...) Si anticipa che sul tavolo governativo è giunta la proposta di un profilo germanofono. Rispondendo alla domanda 20.5378, il 15 giugno 2020, l'Esecutivo scriveva "Il Consiglio federale è consapevole del fatto che pertanto Swisscom e la Posta non rispettano i valori di riferimento per le comunità linguistiche nazionali da esso fissati. In occasione delle future elezioni al consiglio di amministrazione sarà data importanza al fatto che queste prescrizioni siano nuovamente rispettate"".

Ecco, invece, le domande sottoposte al Governo da Romano:

1) Il Consiglio federale conferma la volontà di nominare un ulteriore germanofono?

2) Perchè il DATEC formula questa proposta e come si pone in relazione a quanto affermato dalla signora CF Sommaruga il 15 giugno 2020 in risposta alla domanda 20.5378?

3) Il DATEC ha un problema con la Svizzera italiana?

4) Sono stati selezionati e valutati profili della Svizzera italiana? Quanti? Se sì, perché sono stati esclusi?

5) Negli ultimi 16 mesi, il CdA della Posta ha vissuto tre sostituzioni (la citata compresa), come è possibile giustificare e legittimare che per tre volte non sia stato possibile nominare un profilo valido, rappresentante la Svizzera italiana?

6) Il Consiglio federale non ritiene che per una realtà come La Posta, confrontata a notevoli cambiamenti e fortemente legata ad un servizio pubblico di valenza nazionale, quindi con una dimensione regionale e linguistica molto marcata, sia rilevante disporre di un Consiglio di Amministrazione eterogeneo a livello linguistico e di provenienza regionale?

7) Se la nomina fosse confermata non sarebbe opportuno rivedere totalmente il quadro normativo e le intenzioni manifestate dal Consiglio federale, togliendo ogni riferimento regionale e linguistico, alfine di essere coerenti e chiari in relazione ad una politica totalmente irrispettosa della dimensione regionale-linguistica svizzera? 

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